“P”
Alice e’ la nostra padrona di casa, Alice e’ di Modena ed ogni tanto
la mamma la va’ a trovare e le porta i tortellini, Alice è della
città straniera…. Alice gestisce con Max, in un bel palazzo ottocentesco
a Zizkov ex roccaforte operaria, dei miniappartamenti in cui si
alternano viandanti dell’est e dell’ovest. Gli appartamenti sono
ospitali e luminosi e la strada e’ silenziosa e tranquilla. La città
ha un’ invidiabile rete di trasporto pubblico su rotaia, sopra e
sotto la superficie; anche nei tram come nella metropolitana il
mezzo si ferma sempre, ed ad ogni fermata una voce da impiegato
annuncia il nome del luogo che compare anche su un display bene
in vista. Alice ha un consiglio ed una buona parola per tutti ed
e’ gentile ad occuparsi dei suoi ospiti, ha anche fatto attaccare
un cartello in cirillico nella sala della colazione: incuriosito
chiedo spiegazioni… semplice mi dice, i russi sono tremendi, dopo
la colazione si fanno panini da portarsi via e fanno incetta di
latte per la sera che mettono al sicuro nelle camere…. una breve
discesa e all’angolo abbiamo un buon posto dove mangiare il goulash
e bere birra mentre a sinistra a meno di cento metri c’e’ la fermata
del tram che porta in quattro fermate al centro..dieci minuti.
“R”
I giardini della collina di S. Lorenzo sono attraversati da un dedalo
di viali , ci sono due laghetti ed una cascatella, gli incontri
sono molto rari; mi sono seduto su una panchina vicino ad una ragazza
che leggeva un libro, attento a non fare rumore e ho sentito due
foglie che dall’albero sovrastante cadevano nell’acqua… si può incontrare
anche qualche coppia di fidanzatini. Appena dopo il roseto invece
l’ambiente si anima, persone da sole o in gruppo salite dalla città
circondano alcune vecchie cappelline chiuse, io e Laura invece scendiamo.
La distensiva discesa offre a destra la collina che fa’ una ansa
fino in fondo con prati ed alberi come in un dipinto mentre sulla
sinistra e’ tutto un susseguirsi di bei palazzi di ogni tipo e colore
e c’e’ molta vita sembra di essere in set, direi quasi mozartiano.
“A”
Di bei cimiteri ne posso citare pochi al di là di una certa predilezione
per quelli delle isole britanniche: ricordo bene l’estensione del
Pere’ Lachaise di Parigi, o l’intimismo della tomba Brion nel cimitero
del piccolo paese di Altivole vicino ad Asolo, ma qui penso subito
agli allineamenti di Carnac ed al Circolo di Pietra (Stonehenge).
Ma quello che si trova racchiuso in un piccolo luogo circoscritto
ed irregolare, riparato da sguardi indiscreti al di qua di un basso
muro è l’apoteosi delle pietre che a migliaia sembrano disposte
alla rinfusa, ma che in realtà sono tutte raggruppate come per darsi
coraggio nel momento più tragico della vita. L’erba e’ scura come
la poca terra e le pietre sono del colore del tempo e tutto si fonde
assieme.
“H”
Penso alla piazza delle favole. Penso alla piazza della fantasia
, apro gli occhi e vedo… una alta torre nera che sbuca da un gruppo
di edifici che la circondano come un bastione da difendere e poi
giro su me stesso piano piano, ed eleganti palazzi accompagnano
l’occhio verso una bianca chiesa e poi ancora spazio, colori e palazzi
e poi la più grande sorpresa proprio alle spalle.. nascosta nella
parte inferiore da gradevoli costruzioni e’ la chiesa più importante,
la più grande, nera con le sue alte guglie spunta fuori splendida
ed eretica, così come era stata pensata. La piazza e’ piena di persone,
ragazzi e ragazze giapponesi fanno a gara per farsi fare una foto
assieme ad una popstar del sol-levante, ma la ressa non da’ fastidio
perchè la bellezza e’ in alto. Le carrozze arrivano e ripartono
per un piccolo tour e all’ improvviso un acquazzone libera la piazza
dalla occupazione umana e la ridà al tempo passato dove fu luogo
di esecuzioni..
“A”
In un luogo ricco per la ricchezza, portata da chi lo viene a visitare,
emergono ancora di più le figure della miseria. Una vecchia gira
con davanti un cartello scritto in inglese e se le si da’ una monetina
ti benedice più volte con la sua mano. Uomini sono in ginocchio
e chinati, con la fronte che tocca la terra, davanti una piccola
scatola di cartone e quando sentono il rumore della moneta sollevano
la testa dal suolo e ti dicono una parola antica di pace. Gente
vestita normalmente si aggira esplorando in modo accurato i cestini
dei rifiuti e raccoglie avanzi di panini o mezza bottiglia di cola…
Quando ho visto Mucha ho subito pensato a Klimt, gli stili sono
diversi, ma le donne sono al centro della loro opera. Quando ho
visto Klimt non sapevo di Mucha ed il fregio del Padiglione della
Secessione pure così spoglio e’ bene presente nel mio ricordo; le
donne di Klimt così sensuali ed immerse nell’oro e nelle preziosità
della loro fragranza non somigliano alle donne di Mucha così circondate
da motivi floreali e senz’altro più moderne, più alla moda e pronte
per essere pubblicità di sè stesse. La visita al Cristal Palace
e’ d’obbligo. Il negozio e’ a tre piani ed e’ caratterizzato da
due cose: la prima e’ una folla di commessi e commesse che passano
il tempo facendo commenti sulle strane fisionomie di chi entra o
esce, e la seconda e’ una comoda serie di divani disposta a cerchio
dove mogli e fidanzate depositano il maschio, che si e’ arreso,
e partono per un viaggio psichedelico tra i riflessi della luce.
Quando tornano hanno occhi diversi ed anche il portafoglio…
Filmografia:
Alice’s Restaurant di Arthur Penn 1969
Alice nelle citta’ di Wim Wenders 1973
Cartografia: Praga Cartoville
Internet: www.residencevita.com/
www.eurolines.it/
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