La
nostra vacanza inizia il 10 aprile 2005.
Scesa dall'aereo non mi sembra vero di trovarmi nel luogo che avevo
sognato per un anno. Una sensazione strana mi avvolge mentre mi
guardo attorno: c'è un forte vento, assai fastidioso, ma
la mia attenzione si volge a sinistra: il porto con le barche ormeggiate,
nuvole di pellicani e gabbiani cantano imperterriti librandosi nell'aria
e poi giù, in picchiata nel mare. Finalmente iniziavo a godere
di quei luoghi che tanto avevo letto e visto nei vari siti internet.
Velocemente ci avviamo verso la posada scelta, la posada del Recuerdo,
semplice, gestita da venezuelani. Oramai è tardo pomeriggio
e abbiamo poco tempo e forze per visitare l'isola.
11 aprile. Madrizquì. Ha una bella spiaggia di sabbia bianca,
il mare è di un bell'azzurro chiaro. Sono colpita dalla presenza
di moltissimi gabbiani che cantano in continuazione. Ci tuffiamo
subito in acqua; all'improvviso una moltitudine di gabbiani si appoggiano
sull'acqua vicino a noi e poi tutto ad un tratto si alzano tutti
in volo sopra le nostre teste cantando: sembrava ci stessero dando
il benvenuto. E' stato fantastico!
Poi partiamo all'esplorazione dell'isola; proseguendo a est per
la spiaggia si arriva ad un'altra isola, abitata da pescatori, che
è possibile arrivarci attraversando una lingua di sabbia
in mare.
12 aprile. Francisquì. Rimango incantata dai colori dell'acqua,
molteplici, dall'azzurro al verde; anche qui sabbia bianca. Dal
lato ovest si può attraversare a piedi il mare per arrivare
ad uno spiazzo di sabbia , a est invece, si ammirano scorci panoramici
mozzafiato. Percorrendo un sentiero bordato di piantine grasse basse
e mangrovie si arriva alla "piscina" dove si può
fare un tranquillo snorkeling e ammirare diversi pesci. E' un'isola
incantevole.
13 aprile. Sarquì. Qui la spiaggia è stretta, a ridosso
il classico tappeto di piantine grasse e più in là
le mangrovie. Il mare è azzurro ma non presenta il contrasto
di tonalità viste a Francisquì. Di tutte le isole
viste questa è quella che mi ha trasmesso meno emozioni.
14 aprile. Boca de Sebastopol. Il tragitto in barca ci ha regalato
dei panorami stupefacenti: isole verdissime di mangrovie, un mare
spettacolare con sfumature dell'acqua che passavano dall'azzurro
ad un blu sempre più intenso, al verde smeraldo: una meraviglia.
Boca de Sebastopol si trova ad un'estremità dell'arcipelago
di Los Roques dove la barriera corallina lo separa dal mare aperto.
Scendiamo su un piccolo cumulo di sabbia dalla grana grossa, alle
nostre spalle le onde che s'infrangono sulla barriera, davanti a
noi la grande laguna di acqua bassa con zone coralline dove poter
fare un soddisfacente snorkeling. E' un posto per me fantastico
per le sensazioni di estremo, selvaggio, di fuori dal mondo.
Al ritorno ci fermano per una mezz'oretta a Cayo Fabian, un'isolotto
di sola sabbia, suggestiva nei colori del tardo pomeriggio.
15 aprile. Crazquì. Ha una lunghissima spiaggia bianca, per
attraversarla tutta ci s'impiega circa un'oretta. Qui il mare è
favoloso, azzurro, e il culmine della bellezza l'isola la raggiunge
all'estremità est dove una lingua di sabbia separa il mare;
è molto suggestivo ammirare l'incrocio delle onde su di essa.
Lì vicino c'è un enorme ammasso di botuti che si protende
dalla costa all'acqua. Dietro di essi, percorrendo un breve sentiero,
si arriva in una zona da cui è possibile fare del buon snorkeling.
A circa metà della lunghezza di Crazquì c'è
un sentiero che porta sul retro dell'isola e anche qui è
bello fare snorkeling.
Un bel pappagallo fa mostra di sé al ristorante da Juanita,
ma ancora più bello il piccolo, ancora gran parte ricoperto
di piume d'infante, che risponde al mio "holà".
I richiami degli uccelli e un cane, accasciato sotto il nostro ombrellone,
completano questo incanto.
16 aprile. Di prima mattina mi ritrovo con due aragoste vive in
mano, foto e via a prenotare l'escursione del giorno: Nordisqui.
Qui troviamo tante lucertole nere che si avvicinano a noi e ai nostri
zaini per nulla intimorite. Decidiamo di visitare quest'isola in
tutta la sua circonferenza. Come tutte le altre isole, anche questa
presenta il lato sud di sabbia mentre quello a nord con la costa
coperta di coralli morti e mangrovie. Camminarci sopra è
stato arduo ma ne è valso la pena: la nostra unica presenza
umana, il suono delle onde sui coralli, le mangrovie di lato hanno
contribuito a rendere questa giornata meravigliosa.
17 aprile. Il vento troppo forte e il mare agitato ci costringono
a ritornare a Franzisquì. Vivo sensazioni diverse dall'altra
volta, il mare è sempre da mozzare il fiato ma la spiaggia
è troppo affollata (è domenica, tanti venezuelani).
18 aprile. Il vento è calato così possiamo partire
per Cayo de Agua, Ma a metà tragitto il motore della barca
ha dei problemi e così ci portano nell'isola più vicina:
Crazquì.
19 aprile. Cayo de Agua. Ha una conformazione diversa dalle altre
isole. La spiaggia bianchissima è ampia ma non tanto lunga.
Sotto l'ombrellone non ci stiamo, sarebbe tempo perso, quindi andiamo
in esplorazione. Arriviamo alla fine della spiaggia, a destra si
staglia una fascia di sabbia che porta al faro, il colore del mare
è stupefacente. A sinistra si costeggia l'isola camminando
sulla battigia. Si può vedere ancora oggi un piccolo pozzo
di acqua dolce dove circa 40 anni prima i pescatori di Gran Roque
venivano a rifornirsi di acqua (da qui il nome dell'isola).
Alle 14,30 partiamo e facciamo tappa a Dos Mosquises. Preferiamo
visitare l'isola anziché osservare delle tartarughe che non
sono nel loro habitat naturale. Finalmente ammiro e tocco da vicino
una grande stella marina. Conosciamo Pablo, un pescatore che vive
qui per 6 mesi all'anno e i suoi tre marineri: tre grandi cani.
All'estremità vediamo il relitto di due piccoli aerei. Nell'isola
c'è una piccola pista d'atterraggio per gli aerei; qui si
può affittare una o due case per la vacanza. Assaporiamo
nella solitudine il canto dei gabbiani sulla costa e i loro voli.
Ultima tappa del giorno Espenquì. La zona balneabile con
possibilità di fare snorkeling è piccola. Da lontano
è spettacolare la stretta e lunga spiaggia bianca che arriva
fino alle mangrovie ma nel percorrerla rimaniamo delusi nel vedere
in tutta la sua lunghezza moltissime alghe galleggianti che avrebbe
reso impossibile fare il bagno.
20 aprile. Carenero. Ci accoglie una bellissima laguna. Appena scesi
dalla barca ci saluta Ezequiel. Seguiamo il marinaio della barca
attraverso l'isola per arrivare alla spiaggia retrostante. Sorpresa:
ci siamo solo noi. Una laguna di fronte a noi, con in fondo la barriera:
bellissimo. Ritorniamo da Ezequiel, cerchiamo di parlare con lui
ed il tempo trascorso con egli si è rivelato la migliore
esperienza di tutta la vacanza. Si è fatto lanciare da una
barca di ritorno dalla pesca tre pesci. Ci ha fatto entrare nella
sua casa, mi ha reso partecipe nella preparazione del pranzo (arepas
e pesce) deliziandoci nel contempo con bicchieroni di coca-cola
e Pampero, sottofondo di musica. Esperienza unica mangiare sotto
il porticato, con di fronte il mare, la gazza Maria sopra la barca,
il viso felice di un anziano pescatore per aver potuto festeggiare
con noi il suo compleanno.
Lo snorkeling è molto buono, ci siamo imbattuti in un enorme
barracuda bianco solitario, alla sua vista siamo rimasti paralizzati
da quanto grande era!
GIORNATA INDIMENTICABILE E SPECIALE!
21 aprile. Boca de Cote, un bellissimo snorkeling. Ci siamo buttati
dalla barca, 4/5 mt. di acqua sotto di noi, la corrente ci trascinava
tranquillamente, peccato che ci fosse il cielo velato di nuvole.
Al ritorno ci fermiamo alla "Palafitta", abitata da pescatori,
dove abbiamo potuto ammirare moltissime stelle marine.
Poi Crazquì. Sembra strano ma ogni volta che si ritorna in
un'isola vista prima si provano sensazioni diverse. Il sole del
tardo pomeriggio mi ha regalato colori incredibili dell'acqua dalla
lingua di sabbia all'estremità est della spiaggia. A riva
verde smeraldo, poi azzurra e poi blu. Ero lì sola, l'atmosfera
che mi avvolgeva mi ha fatto assaporare pienamente tale bellezza.
La sera è stata movimentata. Una grande festa si è
svolta al porto, con musica, balli, birra e grigliata.
22 aprile. Pioggia. Nel pomeriggio rischiara un po' e ritorniamo
a Madrizquì. Un po' di tristezza mi prende perché
è l'ultimo giorno.
Considerazioni finali: è un arcipelago da favola, per chi
ama il mare e la tranquillità, per chi sa cogliere la bellezza
dei luoghi non per le strutture architettoniche ma per l'incanto
della natura. L'isola, così poco affollata, con le sue casette
colorate, stradine di sola sabbia, serate all'insegna di passeggiate
per le vie allietate dalla musica a tutto volume che uscivano dalle
case con porte e finestre spalancate, la tenerezza che infonde i
bambini mentre stanno andando a scuola e i loro sorrisi al nostro
affacciarci sulle aule, la compagnia di un cane al ritorno dal faro,
il gioco dei piccoli con i cuccioli, le camminate per ammirare i
tramonti.
Il mare con i suoi indescrivibili colori, le spiagge bianchissime,
le melodie degli uccelli. Questi sono stati gli ingredienti della
nostra vacanza. E il mio pensiero ora è rivolto alla speranza
che le autorità locali sappiano salvaguardare questo arcipelago,
che i turisti abbino rispetto per questi luoghi con comportamenti
civili e rispettosi.
Per chi ama la mondanità, i locali notturni, la confusione:
scegliete un altro posto.
Noi lì ci abbiamo lasciato un pezzettino del nostro cuore.
(parte delle nostre foto sono inserite nel sito www.viaggiareconpassione.com)
Cristina e Valter.
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