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VENEZUELA - La magia della bellezza di Cristina Andretta

La nostra vacanza inizia il 10 aprile 2005.
Scesa dall'aereo non mi sembra vero di trovarmi nel luogo che avevo sognato per un anno. Una sensazione strana mi avvolge mentre mi guardo attorno: c'è un forte vento, assai fastidioso, ma la mia attenzione si volge a sinistra: il porto con le barche ormeggiate, nuvole di pellicani e gabbiani cantano imperterriti librandosi nell'aria e poi giù, in picchiata nel mare. Finalmente iniziavo a godere di quei luoghi che tanto avevo letto e visto nei vari siti internet.
Velocemente ci avviamo verso la posada scelta, la posada del Recuerdo, semplice, gestita da venezuelani. Oramai è tardo pomeriggio e abbiamo poco tempo e forze per visitare l'isola.
11 aprile. Madrizquì. Ha una bella spiaggia di sabbia bianca, il mare è di un bell'azzurro chiaro. Sono colpita dalla presenza di moltissimi gabbiani che cantano in continuazione. Ci tuffiamo subito in acqua; all'improvviso una moltitudine di gabbiani si appoggiano sull'acqua vicino a noi e poi tutto ad un tratto si alzano tutti in volo sopra le nostre teste cantando: sembrava ci stessero dando il benvenuto. E' stato fantastico!
Poi partiamo all'esplorazione dell'isola; proseguendo a est per la spiaggia si arriva ad un'altra isola, abitata da pescatori, che è possibile arrivarci attraversando una lingua di sabbia in mare.
12 aprile. Francisquì. Rimango incantata dai colori dell'acqua, molteplici, dall'azzurro al verde; anche qui sabbia bianca. Dal lato ovest si può attraversare a piedi il mare per arrivare ad uno spiazzo di sabbia , a est invece, si ammirano scorci panoramici mozzafiato. Percorrendo un sentiero bordato di piantine grasse basse e mangrovie si arriva alla "piscina" dove si può fare un tranquillo snorkeling e ammirare diversi pesci. E' un'isola incantevole.
13 aprile. Sarquì. Qui la spiaggia è stretta, a ridosso il classico tappeto di piantine grasse e più in là le mangrovie. Il mare è azzurro ma non presenta il contrasto di tonalità viste a Francisquì. Di tutte le isole viste questa è quella che mi ha trasmesso meno emozioni.
14 aprile. Boca de Sebastopol. Il tragitto in barca ci ha regalato dei panorami stupefacenti: isole verdissime di mangrovie, un mare spettacolare con sfumature dell'acqua che passavano dall'azzurro ad un blu sempre più intenso, al verde smeraldo: una meraviglia. Boca de Sebastopol si trova ad un'estremità dell'arcipelago di Los Roques dove la barriera corallina lo separa dal mare aperto. Scendiamo su un piccolo cumulo di sabbia dalla grana grossa, alle nostre spalle le onde che s'infrangono sulla barriera, davanti a noi la grande laguna di acqua bassa con zone coralline dove poter fare un soddisfacente snorkeling. E' un posto per me fantastico per le sensazioni di estremo, selvaggio, di fuori dal mondo.
Al ritorno ci fermano per una mezz'oretta a Cayo Fabian, un'isolotto di sola sabbia, suggestiva nei colori del tardo pomeriggio.
15 aprile. Crazquì. Ha una lunghissima spiaggia bianca, per attraversarla tutta ci s'impiega circa un'oretta. Qui il mare è favoloso, azzurro, e il culmine della bellezza l'isola la raggiunge all'estremità est dove una lingua di sabbia separa il mare; è molto suggestivo ammirare l'incrocio delle onde su di essa. Lì vicino c'è un enorme ammasso di botuti che si protende dalla costa all'acqua. Dietro di essi, percorrendo un breve sentiero, si arriva in una zona da cui è possibile fare del buon snorkeling. A circa metà della lunghezza di Crazquì c'è un sentiero che porta sul retro dell'isola e anche qui è bello fare snorkeling.
Un bel pappagallo fa mostra di sé al ristorante da Juanita, ma ancora più bello il piccolo, ancora gran parte ricoperto di piume d'infante, che risponde al mio "holà". I richiami degli uccelli e un cane, accasciato sotto il nostro ombrellone, completano questo incanto.
16 aprile. Di prima mattina mi ritrovo con due aragoste vive in mano, foto e via a prenotare l'escursione del giorno: Nordisqui. Qui troviamo tante lucertole nere che si avvicinano a noi e ai nostri zaini per nulla intimorite. Decidiamo di visitare quest'isola in tutta la sua circonferenza. Come tutte le altre isole, anche questa presenta il lato sud di sabbia mentre quello a nord con la costa coperta di coralli morti e mangrovie. Camminarci sopra è stato arduo ma ne è valso la pena: la nostra unica presenza umana, il suono delle onde sui coralli, le mangrovie di lato hanno contribuito a rendere questa giornata meravigliosa.
17 aprile. Il vento troppo forte e il mare agitato ci costringono a ritornare a Franzisquì. Vivo sensazioni diverse dall'altra volta, il mare è sempre da mozzare il fiato ma la spiaggia è troppo affollata (è domenica, tanti venezuelani).
18 aprile. Il vento è calato così possiamo partire per Cayo de Agua, Ma a metà tragitto il motore della barca ha dei problemi e così ci portano nell'isola più vicina: Crazquì.
19 aprile. Cayo de Agua. Ha una conformazione diversa dalle altre isole. La spiaggia bianchissima è ampia ma non tanto lunga. Sotto l'ombrellone non ci stiamo, sarebbe tempo perso, quindi andiamo in esplorazione. Arriviamo alla fine della spiaggia, a destra si staglia una fascia di sabbia che porta al faro, il colore del mare è stupefacente. A sinistra si costeggia l'isola camminando sulla battigia. Si può vedere ancora oggi un piccolo pozzo di acqua dolce dove circa 40 anni prima i pescatori di Gran Roque venivano a rifornirsi di acqua (da qui il nome dell'isola).
Alle 14,30 partiamo e facciamo tappa a Dos Mosquises. Preferiamo visitare l'isola anziché osservare delle tartarughe che non sono nel loro habitat naturale. Finalmente ammiro e tocco da vicino una grande stella marina. Conosciamo Pablo, un pescatore che vive qui per 6 mesi all'anno e i suoi tre marineri: tre grandi cani. All'estremità vediamo il relitto di due piccoli aerei. Nell'isola c'è una piccola pista d'atterraggio per gli aerei; qui si può affittare una o due case per la vacanza. Assaporiamo nella solitudine il canto dei gabbiani sulla costa e i loro voli.
Ultima tappa del giorno Espenquì. La zona balneabile con possibilità di fare snorkeling è piccola. Da lontano è spettacolare la stretta e lunga spiaggia bianca che arriva fino alle mangrovie ma nel percorrerla rimaniamo delusi nel vedere in tutta la sua lunghezza moltissime alghe galleggianti che avrebbe reso impossibile fare il bagno.
20 aprile. Carenero. Ci accoglie una bellissima laguna. Appena scesi dalla barca ci saluta Ezequiel. Seguiamo il marinaio della barca attraverso l'isola per arrivare alla spiaggia retrostante. Sorpresa: ci siamo solo noi. Una laguna di fronte a noi, con in fondo la barriera: bellissimo. Ritorniamo da Ezequiel, cerchiamo di parlare con lui ed il tempo trascorso con egli si è rivelato la migliore esperienza di tutta la vacanza. Si è fatto lanciare da una barca di ritorno dalla pesca tre pesci. Ci ha fatto entrare nella sua casa, mi ha reso partecipe nella preparazione del pranzo (arepas e pesce) deliziandoci nel contempo con bicchieroni di coca-cola e Pampero, sottofondo di musica. Esperienza unica mangiare sotto il porticato, con di fronte il mare, la gazza Maria sopra la barca, il viso felice di un anziano pescatore per aver potuto festeggiare con noi il suo compleanno.
Lo snorkeling è molto buono, ci siamo imbattuti in un enorme barracuda bianco solitario, alla sua vista siamo rimasti paralizzati da quanto grande era!
GIORNATA INDIMENTICABILE E SPECIALE!
21 aprile. Boca de Cote, un bellissimo snorkeling. Ci siamo buttati dalla barca, 4/5 mt. di acqua sotto di noi, la corrente ci trascinava tranquillamente, peccato che ci fosse il cielo velato di nuvole.
Al ritorno ci fermiamo alla "Palafitta", abitata da pescatori, dove abbiamo potuto ammirare moltissime stelle marine.
Poi Crazquì. Sembra strano ma ogni volta che si ritorna in un'isola vista prima si provano sensazioni diverse. Il sole del tardo pomeriggio mi ha regalato colori incredibili dell'acqua dalla lingua di sabbia all'estremità est della spiaggia. A riva verde smeraldo, poi azzurra e poi blu. Ero lì sola, l'atmosfera che mi avvolgeva mi ha fatto assaporare pienamente tale bellezza.
La sera è stata movimentata. Una grande festa si è svolta al porto, con musica, balli, birra e grigliata.
22 aprile. Pioggia. Nel pomeriggio rischiara un po' e ritorniamo a Madrizquì. Un po' di tristezza mi prende perché è l'ultimo giorno.
Considerazioni finali: è un arcipelago da favola, per chi ama il mare e la tranquillità, per chi sa cogliere la bellezza dei luoghi non per le strutture architettoniche ma per l'incanto della natura. L'isola, così poco affollata, con le sue casette colorate, stradine di sola sabbia, serate all'insegna di passeggiate per le vie allietate dalla musica a tutto volume che uscivano dalle case con porte e finestre spalancate, la tenerezza che infonde i bambini mentre stanno andando a scuola e i loro sorrisi al nostro affacciarci sulle aule, la compagnia di un cane al ritorno dal faro, il gioco dei piccoli con i cuccioli, le camminate per ammirare i tramonti.
Il mare con i suoi indescrivibili colori, le spiagge bianchissime, le melodie degli uccelli. Questi sono stati gli ingredienti della nostra vacanza. E il mio pensiero ora è rivolto alla speranza che le autorità locali sappiano salvaguardare questo arcipelago, che i turisti abbino rispetto per questi luoghi con comportamenti civili e rispettosi.
Per chi ama la mondanità, i locali notturni, la confusione: scegliete un altro posto.
Noi lì ci abbiamo lasciato un pezzettino del nostro cuore.
(parte delle nostre foto sono inserite nel sito www.viaggiareconpassione.com)
Cristina e Valter.

Cristina Andretta
Racconto di viaggio in Venezuela di Taddy e Gloria
Los Roques - Campeggio Libero in Paradiso
Venezuela - los Roques nel nostro sito
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