Quest'
estate abbiamo scelto come meta un paese che assomiglia piu' ad
un continente, un' enorme isola posta fra due oceani, quello Indiano
e quello Pacifico, grande una volta e mezzo l' intera Europa: l'
Australia !!
La visiteremo nel nostro solito modo: in solitaria ed a bordo di
un mezzo noleggiato; ne scopriremo soprattutto le zone remote, tralasciando
per questa volta le grandi metropoli per prediligere le distese
semi desertiche dell' outback, ovvero l' entroterra del paese. Non
vedremo mai il mare, sebbene sia in alcuni punti magnifico; vivremo
un' avventura tra le piu' selvagge che ci sia mai capitato di vivere
!
Abbiamo scelto di non prendere mai voli interni bensi' di spostarci,
per tutto il mese di permanenza in questa terra, a bordo di un unico
mezzo, un piccolo camper con quattro ruote motrici, che ci consentira'
di muoverci senza problemi ed in assoluta autonomia sulle numerosissime
e spettacolari piste di terra e sabbia. Il "camper-bush"
della compagnia BRITZ e' dotato di: frigorifero, cucina, un letto
a due piazze, un secondo letto singolo, un serbatoio per l' acqua
da 50 litri, due serbatoi per il gasolio con un' autonomia complessiva
di circa 1000 km, aria condizionata. In piu' noi abbiamo scelto
di noleggiare un tavolino, due sedie, un kit di sicurezza comprensivo
di: pala, cinghia di traino, un dispositivo radio da usare in caso
di effettiva e grave necessita'.
Abbiamo scelto di visitare un' area non troppo vasta, a cavallo
fra due "regioni": il Northern Territory, dove visiteremo
il Top End, ovvero la parte piu' settentrionale ed il Red Center,
e l' Western Australia, dove ci concentreremo sul Kimberly.
L' organizzazione del viaggio e' stata lunga e minuziosa, tanti
i contatti con agenzie di noleggio auto per scegliere la soluzione
migliore, molte ore passate sulle mappe fatte arrivare direttamente
da la' per trascrivervi i punti Gps
dei luoghi scelti (un grazie di cuore a Claudio per averci aiutato
in questo senso !), molte anche le ore passate a tradurre dall'
inglese l' unica versione di guida Lonely Planet sull' Outback australiano
! Alla fine e' tutto pronto: pagata la caparra per il camper, pagato
il biglietto aereo con la compagnia di bandiera australiana, la
Qantas, pronta tutta la documentazione cartacea relativa alle burocrazie
ed al viaggio stesso. Non ci resta che preparare le valigie !!
Venerdi'
30 Luglio 2004
Ci imbarchiamo sul volo Lufthansa diretto a Francoforte: abbiamo
con noi due bagagli a mano e tre bagagli in stiva. In Germania ci
imbarchiamo sull' enorme Boeing 747 della Qantas diretto a Singapore.
Sabato
31 Luglio
Atterriamo a Singapore e ci sgranchiamo le gambe stanche dal lungo
volo nello splendido aeroporto malesiano. Alle 22 ci imbarchiamo
nuovamente su un altro aereo della Qantas diretto a Darwin, sulla
costa settentrionale dell' Australia !
Domenica 1 Agosto
Atterriamo
alle 4 del mattino nel piccolo aeroporto ancora addormentato. I
controlli cui veniamo sottoposti sono esasperanti, lunghe code per
passare tutti i bagagli sotto ai raggi X. Per fortuna sul modulo
che ci hanno fatto compilare prima dell' atterraggio abbiamo dichiarato
di avere con noi del cibo (buste Knorr e frutta secca sigillata),
altrimenti, se non lo dichiaravamo e lo scoprivano da soli ai raggi
X, scattava una super multa !!
Finalmente superiamo la "barriera" della dogana e ci disponiamo
all' attesa delle prime luci dell' alba.
Quando il nuovo giorno nasce, usciamo dall' aeroporto e subito veniamo
investiti da un' aria fragrante di profumi tropicali che improvvisamente
ci fa dimenticare le fatiche del viaggio: siamo arrivati !!!
Un taxi ci accompagna davanti alla sede della Britz, ancora chiusa.
Ci aggiriamo felici fra i vari mezzi parcheggiati nel cortile ampio,
in attesa di essere presi a noleggio.
Finalmente gli uffici aprono ed inizia la burocrazia per poter diventare
temporanei "proprietari" del bel camper-bush Toyota Land
Cruiser pronto per noi ! Alle 9 e 30 siamo alle prese con le norme
stradali di un paese dove si guida a sinistra; ci fermiamo a fare
spesa in un supermercato miracolosamente aperto la domenica, riempiamo
il secondo serbatoio di gasolio, scambiamo un po' di euro in dollari
australiani, facciamo rifornimento di bottigliette di birra australiana
in un negozio che ha la licenza per vendere alcoolici (non si trovano
infatti nei supermercati!).... e siamo pronti per dare inizio alla
nostra avventura australiana !!
Ci immettiamo sull' asfaltata Stuart Highway e ne percorriamo un
pezzo in direzione Alice Spring. Dopo alcuni km la abbandoniamo
per dirigerci verso nord e verso il parco nazionale del Kakadu.
All' una ci fermiamo lungo la strada per pranzare in un luogo a
dir poco pazzesco: e' pieno di omoni che bevono molte birre, ridono
paonazzi in volto e seguono una corsa di cavalli sullo schermo di
una piccola televisione. Al bancone sono appoggiati singolari personaggi
dagli enormi cappelli e dalle lunghe barbe; tu ordini, paghi, poi
ti siedi ed aspetti che una voce femminile all' altoparlante gridi
il numero del bigliettino che ti hanno dato ! Quando Taddy si e'
presentato con un piatto con sopra un hamburger alto 20 cm e con
dentro davvero di tutto, gli omoni di prima si sono sbellicati dalle
risate notando l' espressione stupita del turista. muovendo un'
ilarita' generale che ha naturalmente conquistato subito anche noi
!!! Abbiamo iniziato cosi' a conoscere la gente di questo paese,
che si rivelera' sempre piu' cordiale e disponibile nei nostri confronti
!
Proseguiamo il viaggio sull' asfalto, fino all' ingresso del parco
del Kakadu. E' bene ricordare che, per entrare in questo parco,
e' necessario avere con se' il permesso: noi l' abbiamo comprato
in aeroporto a Darwin ed ha una durata di tre giorni.
Imbocchiamo dunque la pista di terra chiamata Old Jim Jim Road che
ci piace fin da subito. Il colore dominante e' il rosso tutto circondato
dal verde della boscaglia ai due lati della pista.Sono evidenti
i segni di incendi vecchi e recenti, quasi tutti gli alberini hanno
il tronco nero fino ad una certa altezza ma continuano a vivere.
Il momento piu' drammatico e' stato quando... ...continua
sul nostro Libro Australia
Lunedi' 2 Agosto
La notte e' stata piena di zanzare assatanate ma, al nostro risveglio,
ci attende una scena meravigliosa: una sottile nebbia bassa baciata
dai primi timidi raggi di sole ricopre ogni cosa mentre il cinguettio
felice di decine di pennuti pronti ad iniziare una nuova giornata
nel bush australiano si espande tutto intorno a noi in un crescendo
favoloso! Anche noi siamo pronti .... per una buona colazione a
base di caffe' caldo e biscotti !
Questa notte, a circa mezzo km da noi, ha dormito una famiglia di
australiani di Darwin e, prima di riprendere il viaggio, ne facciamo
la conoscenza. Hanno allestito un vero e proprio accampamento e
gli uomini di famiglia sono usciti in barca per andare a pescare:
queste sono le loro vacanze.... che meraviglia !
Partiamo lungo la pista e in un paio d' ore incontriamo solo tre
auto e due piccoli canguri che ci hanno attraversato saltellando
velocissimi la pista. Arriviamo sull' asfalto e lo seguiamo in direzione
Jabiru.
Giungiamo qui verso mezzogiorno, facciamo gasolio, pranziamo in
un take away gestito da cinesi e prenotiamo la crociera sullo Yellow
Water River per domani. Fa molto caldo.
Continuiamo quindi sull' asfalto, fino all' imbocco della pista
senza uscita diretta alle cascate Jim Jim e Twin. Inizialmente larga
e piuttosto veloce, la pista si trasforma come per incanto in...
...continua sul nostro Libro
Australia
Martedi'
3 Agosto
Sveglia alle 7, colazione, riordino del camper-bush. Partiamo alle
8 e 30; meta di oggi e' il lodge Yellow Water sul fiume omonimo,
nelle acque del quale faremo una breve crociera. Arriviamo alle
11 e 30 dopo aver percorso una strada asfaltata piuttosto frequentata
(una ventina di auto in tre ore !!). Saliamo a bordo di una specie
di grande battello e partiamo sotto un sole implacabile. Il fiume
si presenta come un magnifico habitat naturale, paradiso per decine
di diverse specie di uccelli. Purtroppo il caldo tiene nascosti
la maggior parte degli animali ma riusciamo a vedere alcune maestose
aquile che ci osservano dall' alto scorrere lenti sotto di loro,
un nido con due aquilotti, diversi candidi trampolieri, minuscoli
martin pescatori. Stesi immobili sulle rive fangose si scorgono
alcuni begli esemplari di coccodrillo. L' escursione e' durata circa
un' ora e mezzo.
Dopo un pranzetto a base di insalata con pollo e scaglie di formaggio
al lodge Yellow Water, riprendiamo la strada asfaltata, abbandonandola
a livello dell' incrocio con la pista che, in circa 37 km, conduce
alle cascate Gunlom. Anche qui non c'e' acqua nella cascata, mentre
un bel lago alla base del salto ci accoglie nelle ultime ore di
luce. Qui sono state girate alcune scene di "Mr. Crocodile
Dundee" e sempre qui c'e' un campeggio dove ci fermiamo questa
notte.
Cena con risotto Knorr davanti ad un bel fuoco.
Mercoledi' 4 Agosto
Torniamo sull' asfalto e lo seguiamo per molti km. Verso le 11 siamo
a Pine Creek, un villaggio piu' che un paese, caratterizzato da
una ampia arteria principale con basse casette colorate ai lati.
Quanto spazio hanno gli australiani..... persino nei paesi stanno
belli larghi! Facciamo rifornimento di gasolio (e' buona norma riempire
i serbatoi ogni qual volta ne capiti l' occasione, poiche' spesso
le distanze da coprire sono enormi), alimentari, succhi di frutta.
Scopriamo anche una cosa interessante ed indice di una societa'
molto civile: il caffe' "free for drivers", ovvero il
caffe' che viene offerto gratuitamente a tutti coloro che sono alla
guida della propria auto e si trovano a passare da un distributore
di carburante!! Sorridiamo pensando che da noi, anziche' regalarlo,
lo farebbero pagare un sacco di soldi!!
Ripartiamo e dopo un' oretta entriamo a Catherine, famosa per le
sue gole. Noi pero' non ci fermiamo a visitarle, preferendo proseguire
oltre. Ma approfittiamo di questo "grande" centro urbano
per cambiare altri euro presso una banca. Nell' attraversare la
strada, ci accorgiamo di un' altra caratteristica di civilta' del
popolo australiano: tutti si fermano per cedere il passo ai pedoni!!
E' una cosa incredibile e divertente: attraversiamo due o tre volte
la strada senza motivo solo per vedere le auto che immancabilmente
si fermano per farci passare....!!!
L' atmosfera di questi centri urbani e' tranquilla e rilassata,
niente rumori, niente musica, tutti camminano con calma. Incrociamo
molti aborigeni scalzi e ci facciamo mille domande su di loro, ma
avremo modo di approfondire piu' avanti questo aspetto della societa'
australiana. Per il momento torniamo a macinare km di asfalto, fermandoci
in un' area adibita alla sosta per mettere qualcosa sotto i denti.
Grande calura e migliaia di mosche.
Nel pomeriggio arriviamo al bivio con la pista per Bullita ed entriamo
in un nuovo parco: il Gregory National Park. Ai lati della pista
ci sono splendidi esemplari di baobab, i cui tronchi levigati si
accendono di colore alla bella luce serale. Giungiamo al campeggio
sul far del buio.
Campeggio. Come si fa a definire campeggio il posto in cui siamo
appena giunti? Cerchero' di descriverlo bene: lungo la pista principale,
ad un certo punto troviamo un cartello di legno che cita "camp
area", con una freccina verso sinistra. Seguiamo allora questa
nuova piccola pista ed in breve arriviamo in vista di un magnifico
boschetto di baobab affusolati, alti e scuri. Qui, la pista compie
un anello che muore torcendosi su se stesso. Lungo questo anello,
internamente ed esternamente, ci sono delle aree pianeggianti delimitate
da bassi tronchetti di legno: sono le piazzole. Ogni piazzola (in
questo campeggio ce ne sono circa otto, ma possono essere anche
meno!) e' provvista di un braciere dove poter cuocere le bistecche
(gli australiani ne vanno matti e talvolta si sentono certi odorini....).
Tutto intorno c'e' solo natura, silenzio (rotto solo dagli uccelli
che si stanno preparando per la notte) e, di norma, una o due auto
di australiani discreti e silenziosissimi.Si intravedono anche,
nella vegetazione, tre piccole strutture di metallo verde: una e'
la toilette, mai trovata sporca e sempre provvista di carta igienica
(che ci si deve portare dietro perche' non ci sono ovviamente le
fognature ma solo un profondo buco, dove e' meglio non lasciare
carta). La seconda e' una cisterna di raccolta dell' acqua piovana,
da cui ogni campeggiatore puo' attingere per riempire il proprio
serbatoio. La terza struttura, molto piu' piccola delle altre, e'
una colonnina alta da terra solo un metro. Sulla sommita' di questa
colonnina si trova una cassettina metallica, sul coperchio della
quale si legge il tariffario del campeggio: adulti 3 AUD, bambini
2 AUD. Sollevando il coperchio si scopre il contenuto:... ...continua
sul nostro Libro Australia
Giovedi' 5 Agosto
Questa
notte ho ingenuamente lasciato fuori dal camper il sacchetto dei
rifiuti, pensando che nessun animale si potesse aggirare nei dintorni
dato il silenzio maestoso che regnava durante la cena. Grave errore!
Alla mattina, naturalmente, il sacchetto era sparito! Che brutto
pensare di aver sporcato questo posto cosi' lindo e selvaggio con
bottiglie di birra e cartacce varie. Ho dato la colpa ad alcuni
grossi corvi neri come la pece che ci scrutavano dall' alto dei
rami, emettendo suoni tremendi dai becchi gialli. Ma ho capito tutto
quando ho scorto in mezzo all' erba alta le orecchie di un piccolo
dingo che mi osservava immobile. A pochi metri da lui, il mio sacchetto
smembrato e ripulito da ogni particella commestibile!!! Meno male!
Mentre il dingo si allontanava trotterellando, ho recuperato tutti
i rifiuti, ancora una volta sorridendo per la mia ingenuita'!
E' tempo di ripartire, dopo aver pagato e fatto il pieno d' acqua
al camper.
Dopo una rapida visita alla deserta homestead di Bullita, sede dei
ranger del parco che vengono qui solo un giorno alla settimana,
imbocchiamo l' Humbert Track, una pista che attraversa per il lungo,
da nord a sud, questo piccolo parco. C'e' un' altra pista che parte
da qui ed e' piu' famosa e frequentata; si tratta della Bullita
Stock Route, che compie un anello e torna qui. Ma noi vogliamo attraversarlo
tutto il Gregory N. P. e cosi' partiamo lungo questa pista che si
rivelera' splendida!
Dappertutto abbiamo letto che e' consigliabile avere con se' due
ruote di scorta, una buona quantita' d' acqua, di viveri, di carburante;
si consiglia anche di viaggiare almeno in coppia, di registrarsi
all' inizio del percorso e di de-registrarsi alla fine dello stesso.
Anche questa volta gli australiani ci hanno dato esempio di grande
organizzazione: registrarsi all' inizio del percorso, infatti, significa
comporre un numero di telefono, lasciare i dati della propria auto,
dichiarare in quanti giorni si pensa di compiere l' intera attraversata
del parco. De-registrarsi significa invece telefonare allo stesso
numero quando si e' usciti dal parco; se entro 24 ore dalla data
supposta per la fine del percorso non viene effettuata tale de-registrazione.....
partono i soccorsi che vi vengono a cercare!!!!!
Noi, abituati all' Africa, abbiamo ritenuto tale scrupolo un po'
eccessivo ed abbiamo deciso di risparmiare i 15 AUD necessari per
attivare il servizio! Non abbiamo per fortuna dovuto pentircene!!
La pista corre in pianura ed attraversa distese di erba gialla punteggiata
da termitai rossi, talvolta si incontra qualche baobab o qualche
boschetto che pare fatato per la luce bellissima; stupendi cespugli
dai rami carichi di fiori gialli si stagliano sul cielo perfettamente
blu.
Ogni tanto la nosta attenzione viene attirata da un cartello che
cita: "Attenzione: Luogo aborigeno sacro" oppure: "Luogo
aborigeno di cerimonie"e la cosa ci affascina, soprattutto
perche' questi posti paiono ai nostri occhi profani identici a quelli
dei dintorni, mentre per "la gente" (cosi' si definisce
il popolo aborigeno australiano) assumono significati importanti
e misteriosi!
La pista non e' difficile ed in alcuni punti si riduce a due sole
tracce parallele e ci da' maggiormente l' impressione di essere
fuori dal mondo! La terra su cui viaggiamo muta spesso colore per
la gioia dei nostri occhi: ora e' bianca, ora e' arancione, poi
rossa quindi grigia e cosi' via, in un arcobaleno indimenticabile!
Ogni tanto una freccina azzurra ci dice che siamo sulla traccia
giusta e, se segnali di questo tipo non sono fondamentali seguendo
la pista (non ci sono bivi per cui diventa praticamente impossibile
sbagliare!), diventano invece assai importanti in prossimita' dei
guadi con acqua. Se non le si segue si puo' infatti finire in profondi
buchi nascosti dalle acque in movimento!
Quando ci fermiamo ed anche il motore della Toyota tace, il solo
rumore che sentiamo e' quello delle mosche che immancabilmente arrivano
a "ripulirci" il viso! La calma e' totale.
Ogni tanto si guada un fiume, talvolta in secca e talvolta con acqua.
E' bene affrontarli tutti con una velocita' ridotta per evitare
qualsiasi danno al mezzo e possibili errori di valutazione.
Uno in particolare merita di essere raccontato. La pista scende
nel letto del fiume gradualmente ed il fondo da terroso si fa roccioso,
di una bella roccia scura e liscia. La pendenza non e' solo verso
il basso ma anche verso la sinistra del Toyota che, essendo piuttosto
alto, potrebbe anche ribaltarsi (evenienza piuttosto remota ma anche
piuttosto impressionante!!) cosicche' procediamo con estrema cautela.
Alcuni gradoni complicano ulteriormente l' avanzata ma non c'e'
pericolo: basta saper controllare il mezzo andando veramente piano!
Quando arriviamo all' acqua non vediamo piu' le freccine azzurre,
cosi' scendiamo per cercarle, scrutando dall' altra parte del corso
d' acqua che non e' largo ma e' piuttosto pieno. La tranquillita'
che si gode qui vicino all' acqua e' carica di tensione: i fiumi
australiani sono infatti ricchi di coccodrilli, che possono anche
diventare pericolosi per l' uomo. Ci soffermiamo qualche tempo in
piu' dopo aver scorto la freccina, quasi paralizzati dall' adrenalina
che ci sale lentamente parlando dei coccodrilli proprio qui, nel
loro habitat naturale!
Ci fermiamo a mangiare qualcosa su una bella distesa fluviale assolutamente
candida e piatta. Fa un caldo micidiale.
Nel pomeriggio incontriamo qualche tratto di pista un po' piu' impegnativo
ed un altro bel guado, immerso in un bosco dagli alberi particolarmente
alti e dai tronche chiari. Superato questo, ci si trova in poco
tempo in prossimita' di un bivio: a sinistra l' Humbert track esce
dal parco, a destra inizia l' Witharch track che prosegue l' attraversata
del parco. Teniamo la destra ed in breve passiamo accanto ad un'
area di campeggio: sono solo le tre cosi' decidiamo di andare avanti
ancora un po'. Il panorama inizia a mutare, sollevandosi in dolci
colline addossate le une alle altre, verdissime di bassa vegetazione.
I loro nomi variano a seconda della loro forma: "tent hills"
se sono a punta, "mesa hills" se hanno la punta mozzata
e dunque la sommita' pianeggiante. Ci troviamo ad attraversare infatti
la "Mesa and Tent hills valley".
Si avvicinano le ore serali e la luce e' sempre piu' bella: sono
le cinque quando risaliamo il fianco di un piccolo altipiano che
ha un nome molto azzeccato: "Jump up"! Da quassu' la vista
sulla valle appena attraversata e' davvero mozzafiato ed una vocina
interiore ci dice... ...continua sul nostro
Libro Australia
Venerdi' 6 Agosto
Alba sul Jump up. La vista torna lentamente ai nostri occhi ed il
colore dominante e' il verde. Non si vede ovviamente anima viva.
Pace assoluta.
Con le mani attorno alla nostra tazza di caffe' ci guardiamo negli
occhi: ci dispiace andar via! Ma la voglia di scoprire cosa c'e'
oltre la curva ci rianima e ben presto siamo nuovamente pronti a
metterci in marcia.
Scendiamo dal Jump up e la pista e' lenta. Incontriamo due animali:
un enorme toro grigio che si toglie svogliatamente dalla pista per
farci passare, ed un cammello! Questo animale fu portato in Australia
dagli europei per aiutare gli uomini di allora nei duri lavori;
quando e' stato sostituito dai mezzi a motore, fu liberato e lui,
molto resistente ed adattabile, si e' immediatamente trovato a suo
agio nella nuova vita allo stato brado. Ne incontreremo altri, solitari,
in giro per l' outback.
Lentamente ci avviciniamo al confine meridionale del parco e nel
frattempo, dopo un altro bel guado, la pista ha ancora mutato nome:
Gibbie track.
Usciamo infine dal Gregory N. P. per entrare nella piu' vasta tenuta
mai vista in vita nostra: quella di Mt. Sanford. Enormi recinti
con una quantita' inverosimile di mucche e cavalli, moltissimi cancelli
da aprire e richiudere, nessuno per strada ed una pista cosi' piatta
e dritta da diventare persino noiosa! Non so quanti chilometri abbiamo
percorso prima di uscire dalla tenuta, ma quando abbiamo raggiunto
il cuore della stessa, ovvero la "fattoria", abbiamo capito
l' isolamento in cui si trova!! Una bella casa grande e bassa, con
intorno un bel praticello verdissimo sempre bagnato da instancabili
spruzzini ruotanti, nessuno in giro come di consueto! Ad un certo
punto sentiamo un rumore avvicinarsi ed alziamo gli occhi al cielo
perche' da la' proviene. Sta arrivando un elicottero che atterra,
un uomo scende quasi al volo, posa poco distante un sacco marroncino,
risale ed in fretta riparte. Tutto si e' consumato nel giro di forse
due minuti! Era il postino! Qui funziona cosi'! Le distanze sono
talmente vaste che non ci sono alternative. D'altra parte la societa'
australiana e' ricca e si puo' permettere un servizio del genere,
assolutamente impensabile per esempio in Africa, dove pure si possono
trovare distanze cosi' grandi. Ma mai come qui, credo. Mai visto
posti cosi' sperduti, disabitati, selvaggi! Anche nel Sahara e'
diverso: ogni tanto passa un tuareg a cammello o si incontra un
pozzo con qualcuno che tira su l' acqua....... qui niente, niente,
niente per centinaia di chilometri !!!!
Lungo l' interminabile pista di questo pomeriggio sfiliamo accanto
ad una comunita' aborigena, Dongaragu. Queste comunita' non sono
visitabili, se non col possesso di uno specifico permesso per altro...
...continua sul nostro Libro
Australia
Sabato 7 Agosto
Ci svegliamo e ci accorgiamo con stupore che nella notte si e' parcheggiata
accanto a noi una jeep con a rimorchio una barca ed una moto da
enduro. Si tratta di
una giovane coppia di ragazzi australiani e non capiamo se non li
abbiamo sentiti piu' per la nostra stanchezza o piu' per la loro
educazione!
Dopo colazione, quando il sole inizia a scaldare le nostre membra
infreddolite, siamo di nuovo seduti al volante della Toyota; proseguiamo
sulla Buntine hwy che diventa ben presto sterrata. Larga, dritta,
rossa, questa pista ci permette un' andatura piuttosto sostenuta,
intorno ai 70 km orari.
Incontriamo alcuni piste che partono dalla principale e si portano
chissa' dove nell' interno: una gomma in piedi dipinta di bianco
o un cartello di legno con un cognome a segnalarle e basta!
Con il Gps capiamo ad un certo punto
di essere in prossimita' di un bivio che, non segnalato bene, ci
condurra' ad incrociare a nord una nuova pista veloce, la Duncan
hwy: si tratta insomma di una sorta di scorciatoia che ci evitera'
numerosi monotoni chilometri di Buntine hwy.
La scorciatoia inizia con due tracce parallele e non troppo marcate
che corrono in un boschetto simile a quelli attraversati gli scorsi
giorni. Dopo 30 chilometri, pero', la pista scende con decisione
verso una vasta vallata che ci fermiamo ad osservare dall' alto:
e' una meraviglia! Una morbida distesa di erba gialla punteggiata
di verde, movimentata da alcune formazioni di terra-roccia rossissime....
il tutto sotto un cielo azzurro privo di nubi! Pare di dover scorgere
da un momento all' altro una mandria di bisonti inseguiti da indiani
pellerossa a cavallo!!!
La calma regna invece sovrana ed anche la famiglia di asinelli che
incontriamo poco dopo ci dimostra quanto la vita da queste parti
sia assolutamente tranquilla....
Pranziamo con questa spettacolare natura sotto gli occhi, tristi
solo al pensiero che l' uomo bianco abbia scacciato anche da qui
il pacifico popolo aborigeno.
Proseguiamo la pista ed entriamo nella tenuta di Nelson Spring:
tanti cancelli da aprire e richiudere finche' la pista si fa nuovamente
monotona e si getta nella Duncan hwy, che qui e' piuttosto stretta
ed in alcuni punti sabbiosa. Incrociamo ben cinque vetture, fra
cui un lungo road train nei pressi di un guado cementato.
La Duncan hwy termina a T sulla Victoria hwy e noi andiamo ad ovest
verso Kununurra, ma poco dopo deviamo a nord in direzione del piccolo
Keep River National Park, vicinissimo al confine fra Northern Territory
ed Western Australia.
Sono le 5 e 30 quando entriamo nel parco e dobbiamo affrettarci
ad attraversarlo tutto per... ...continua
sul nostro Libro Australia
Domenica 8 Agosto
Oggi e' in programma un' escursione a piedi in questo piccolo gioiello
chiamato Keep River. Per non trovare ressa sul sentiero abbiamo
preferito partire molto presto... ma ci sbagliavamo: lungo tutto
il bel percorso, durato dalle 7 e 30 alle 11 e 30, abbiamo incontrato
solo un' altra coppia ! La scelta di partire presto, ad ogni modo,
si e' rivelata intelligente almeno per quanto riguarda la temperatura:
alle 10 non si resisteva piu' dal caldo e quando siamo tornati alla
jeep eravamo mezzi disidratati (non che non avessimo acqua con noi...
ma l' idea di un bel succo di ribes nero ghiacciato giu' per il
garganozzo ci ha fatto resistere fino al camper !!!).
Il sentiero piu' lungo del parco parte con un sentiero in pianura,
poi compie un vasto anello risalendo un panoramico "look out",
quindi ne ridiscende chiudendosi di nuovo sul sentiero iniziale.
Lo stretto sentiero di terra e sabbia attraversa inizialmente una
distesa di erba gialla e secca, guada una zona paludosa e poi si
avvicina alle formazioni rocciose che rendono famoso il parco, donandogli
anche il curioso nomignolo di "mini Purnululu". Si tratta
di arenaria stratificata che forma curiosi pinnacoli, grandi cupole
di roccia rossa, interi complessi che assomigliano sorprendentemente
a quelli del piu' famoso parco del Purnululu, meglio conosciuto
come Bungle Bungle.
Ci troviamo quindi sotto questa bellissima roccia e guardiamo in
alto le fronde delle longilinee palme che colorano di esotico questa
zona dell' Australia. Ed e' paragonabile proprio ad un grande giardino
esotico questo piccolo parco, con fiori di ogni colore e forma,
palme alte e basse, cespugli gialli arrampicati sulle pendici rocciose
rosse. Un arcobaleno di colori in un' atmosfera tranquilla piena
solo di canti di uccelli invisibili.
Lentamente ci allontaniamo dalle rocce ed attraversiamo una piana
di eucalipti in leggera salita; quindi, la salita si fa improvvisamente
piu' decisa e risale un picco roccioso sulla cui sommita' ospita
il maestoso "look out", ovvero il punto piu' panoramico
dell' intero sentiero. Appena arriviamo in cima una sorpresa ci
attende: un canguro e' li' che ci guarda stupito, resta fermo un
po', poi inizia a saltellare giu' dalle rocce fermandosi ogni tanto
a guardarsi indietro! Da quassu' il panorama e' stupendo e possiamo
vedere tutto il giro che abbiamo fatto, le rocce rosse sotto cui
siamo passati col naso per aria, le palme, i fiori, gli eucalipti.
Pace e tranquillita' regnano sovrane. Coroniamo il momento con un
bell' autoscatto.
Arriva
dopo poco un' affannata coppia di australiani con un Gps
identico al nostro. E' il preteso per iniziare una piacevole conversazione,
dalla quale capiamo per altro che si tratta di una coppia in pensione
in giro per l' Australia da qualche mese.... !!! Incontreremo molte
altre coppie come questa e capiremo che qui e' una cosa del tutto
normale, una volta raggiunta l' agognata pensione, prendere il proprio
camper o la propria tenda e viaggiare l' Australia in lungo e in
largo !
Tornati al camper siamo pronti per seguire al contrario la pista
fatta di corsa ieri sera: questa volta ci fermiamo ad osservare
meglio ogni cosa e ne approfittiamo anche per andare a scoprire
le pitture rupestri del sito archeologico del parco. Fra la folta
vegetazione si innalza davanti a noi una roccia non molto alta che
corre come un serpentone nel bush. Sotto uno splendido arco di roccia
che si apre a finestra sul bosco circostante, vediamo due emozionanti
rappresentazioni umane della dea madre aborigena: sono situate ad
un' altezza tale che fanno presupporre l' utilizzo da parte dell'
artista di una sorta di sgabello per avvicinarsi alla roccia. Ci
sono anche diverse manine dipinte di nero ed un lungo serpente arcobaleno
rossiccio.
Dopo questa piccola puntata nella storia, lentamente usciamo dal
parco e procediamo sull' asfaltata Victoria hwy fino a Kununurra,
sonnolenta cittadina pulita e silenziosa. Qui facciamo il solito
rifornimento di carburante, cibo, bevande e ci concediamo il lusso
di un piatto asiatico sotto un bel portichetto arieggiato.
Nel pomeriggio riprendiamo la strada che ci portera' in breve a
superare la "quarantena" ovvero la dogana fra Northern
Territory ed Western Australia. E' da sapere infatti che alcuni
prodotti non possono entrare nell' Western Australia se provenienti
dal Northern Territory: frutta e verdura, formaggi, piante o parti
di esse, terra non sono ammessi per motivi di sicurezza, al fine
di evitare che eventuali parassiti presenti sul terreno del Northern
Territory entrino nell' altro stato con conseguenze gravissime sull'
agricoltura di quest' ultimo.Altra cosa importante da sapere: l'
orario qui e' spostato di un' ora e mezzo indietro rispetto al Northern
Territory e cio' significa che il sole nasce prima - alle 6 - e
tramonta prima - alle 17 e 30 -.
Procediamo decisamente verso la mitica Gibb River Road, la principale
arteria sterrata della zona in cui ci troviamo ora, il Kimberly.
Non incontriamo molte auto neppure qui e verso sera arriviamo alla
deviazione per El Questro. Ancora qualche km ed entriamo in questo
complesso turistico davvero magnifico. Una fermata "obbligata"
per ogni turista che si trova a passare da queste parti ! C'e' tutto
qui: una vera citta' in mezzo all' outback... ma ogni cosa e' fatta
per restare in perfetto equilibrio con la natura circostante e per
tale motivo ci e' piaciuta tanto! Le costruzioni che accolgono la
reception, il ristorante, i bagni, il bar sono basse e di legno;
tutto e' ordinato e pulito. Ci sono tre possibilita' per passare
la notte: i bungalow, alcuni dei quali di gran lusso e per tasche
ben gonfie, un campeggio di gruppo con servizi igienici e docce
ed un campeggio lungo il fiume - il Pentecost river - con piazzole
separate e senza servizi. Noi abbiamo optato per quest' ultimo e
cosi', dopo aver assolto alle pratiche presso la reception, ci dirigiamo
verso l' unica strada sterrata che percorre El Questro, in direzione
delle piazzole lungo il fiume. La velocita' e' bassa sia per il
fondo della pista - necessario un mezzo con 4 ruote motrici - sia
per evitare di investire gli animali - e' infatti quasi buio - sia
ancora per poter controllare sulla mappa che ci hanno dato alla
reception dove siamo esattamente. Dalla pista partono sulla destra
diverse piccole piste che, avvicinandosi al greto del fiume, conducono
alle diverse piazzole, 25 in tutto, ognuna delle quali e' identificata
da un numero e da un nome. Superata la numero 16, chiamata EMU,
si segue la pista che guada il Pentecost river e ci si porta cosi'
sulla sponda opposta, dove si segue una pista che, correndo parallela
al fiume, torna indietro verso il cuore di El Questro, senza pero'
raggiungerlo perche' e' senza uscita. Da questa pista scegliamo
la prima a destra e seguiamo le freccine di legno fino alla nostra
piazzola, la numero 22, KITE. In tutto abbiamo impiegato circa 15
minuti per arrivare a destinazione.
E' bellissimo qui! Il fiume scorre largo e tranquillo ad un metro
e mezzo sotto i nostri piedi, alti alberoni e baobab disegnano i
muri di questa nostra stupenda "stanza". Due amache vengono
subito tirate per concedere ai nostri corpi stanchi un po' di riposo
!
Dopo una bella doccia-bush (abbiamo con noi nel camper una sacca
per la doccia che si appende ai rami e da un comodo rubinetto fa
uscire l' acqua sufficiente per una doccia per entrambi!) siamo
pronti per... ...continua sul nostro
Libro Australia
Lunedi' 9 Agosto
Alle 6 e 30 c'e' gia' un gran sole e noi abbiamo gia' fatto colazione.
Siamo pronti per partire all' esplorazione dell' area intorno a
El Questro. Battezziamo una pista in particolare, si chiama King
River road e compie un anello intorno al massiccio roccioso di Cockburn
Range.
Torniamo verso la Gibb River road, abbandonata ieri sera per entrare
a El Questro, quindi ne seguiamo un pezzo in direzione est. Dopo
circa 11 km troviamo l' imbocco della King River road e deviamo
cosi' decisamente verso nord. La pista e' un "4wd track",
talvolta piuttosto lento, che corre parallelo al fiume omonimo anche
se noi non lo vediamo mai (forse e' privo d' acqua!). Inizialmente
si attraversa una distesa piatta di alberini, poi il panorama si
apre e i nostri sguardi spaziano su una vastissima area sulla nostra
sinistra fino a posarsi sul magnifico complesso roccioso detto Cockburn
Range: da una angolazione in particolare, sembra di essere di fronte
ad un immenso castello, coi due torrioni orlati di infuocate rocce
e lunghe mura che corrono da uno all' altro!! Peccato solo che la
pista in realta' corra piuttosto lontano dalle rocce e che non ci
sia la possibilita' di avvicinarsi. Sarebbe bello fare un trekking
qui, ma ci rendiamo conto che le distanze sono davvero enormi. Inoltre...
il caldo e' micidiale!!!
Prima che la pista cambi nome e direzione, ci imbattiamo in un vero
e proprio monumento storico: il "baobab prigione". Un
imponente esemplare dalla grande apertura nel tronco grigio a scoprirne
il grande ventre vuoto: i baobab, infatti, sono grosse cisterne
piene d' acqua e qui dentro, nella fattispecie, venivano tenute
prigioniere le persone che, all' epoca dei pionieri, si comportavano
male. Ho provato ad entrare e mi sono ritrovata in una grotta vegetale
delle dimensioni di uno sgabuzzino, con alcuni piccoli buchi verso
il cielo. Non sono pero' riuscita ad immaginare come dovevano sentirsi
le persone rinchiuse a forza qua dentro!
Continuiamo la pista che poco oltre cambia nome diventando... ...continua
sul nostro Libro Australia
Martedi' 10 Agosto
Alle 7 siamo pronti a salutare questo bel posto; torniamo alla Gibb
River road e la seguiamo verso ovest. E' piuttosto frequentata ed
in taluni punti piuttosto malmessa, ma abbiamo il sole alle spalle
e procediamo ad una velocita' media di 60 km orari. Evitiamo i sorpassi,
molto pericolosi per la polvere che si solleva e che rende temporaneamente
ciechi. Se qualcuno invece decide di superarci, noi rallentiamo
fino quasi a fermarci, proprio perche' per un po' non vediamo assolutamente
nulla e rischieremmo di finire fuori strada!
Il panorama e' monotono e ci annoia un po' ma, come per incanto,
ad un certo punto un incontro ci anima! Un grosso lucertolone, lungo
circa un metro, ci attraversa pigramente la strada e noi scendiamo
per seguirlo un poco nell' erba alta. Si muove lento sollevando
le robuste zampe ed assomiglia ad un piccolo varano. I colori giallo
verdognoli della sua pelle si mimetizzano bene con l' erba e ben
presto lo perdiamo di vista, ma l' emozione dell' incontro restera'
a lungo.
Deviamo per Kalumburu e, dopo circa 60 km, sostiamo all' homestead
Drysdale, all' ombra di grandi alberi e su un bel manto di verdissima
erbetta. Pranziamo, ci riposiamo, facciamo gasolio e poi riprendiamo
la pista, la Kalumburu road, molto ondulata da qui in avanti. Incontriamo
pochissime auto.
Siamo molto stanchi quando finalmente arriviamo alla deviazione
per King Edward River. Sulle rive di questo bellissimo fiume dalle
acque prive di coccodrilli c'e' una splendida area per il campeggio.
La luce della sera illumina il panorama di riflessi blu e viola
incredibili: restiamo incantati ad osservare a lungo il riflesso
degli alberi nello specchio d'acqua perfettamente liscio di un'ansa
del fiume. Taddy si fa anche tentare da un bagnetto, l'acqua e'
molto fredda ma e' difficile resistere.
Mercoledi' 11 Agosto
Verso le 7 e 30 ci immettiamo sulla pista deserta per Mitchell Falls.
Incontriamo solo degli uccellini.
La pista termina al camp site; fa molto caldo ma decidiamo di incamminarci
subito sul sentiero che porta alle cascate che danno il nome alla
zona. Ci sarebbe un'altro modo per andare a scoprire le cascate
ma noi preferiamo camminare. Cosi', mentre tre elicotteri vanno
e vengono sulle nostre teste e disturbano la quiete di questo posto
arcaico di rocce e vegetazione antichissime, i nostri piedi accarezzano
il suolo per un'ora e mezzo fino a fermarsi sull'orlo di un abisso.
Davanti a noi sprofonda il terreno in un canyon che scava una gola
fantastica: sotto i nostri piedi scorre solo un sottile filo d'acqua
cristallina, che nella stagione delle piogge si trasforma in un
fiume portentoso che compie un salto altissimo fra mille spruzzi
!
Il sentiero continua e noi seguiamo ancora le freccine azzurre che
indicano la giusta direzione. Ancora mezz'ora e ci trovaimo sulle
rive del fiume che forma la parte piu' spettacolare delle cascate
Mitchell Falls. Sulla nostra sinistra il fiume con una portata d'acqua
discreta si perde fra la vegetazione bassa mentre sulla nostra destra
un fragore ci indica che e' vicino il primo salto delle cascate.
Noi possiamo da qui vedere solo il primo salto e la preparazione
al secondo, mentre almeno un'altro piu' a valle completa il quadro
a chi vola lassu' in alto. Restiamo comunque senza parole ad osservare
per lunghi momenti questa meraviglia della natura. I nostri corpi
lentamente si riposano dalla fatica della camminata e riacquistano
l'energia per il ritorno.
Lungo il sentiero per tornare al campo, Taddy scorge un lungo serpente
verde fra le rocce e l'erba: una volta arrivati al campo chiederemo
a delle persone cordiali notizie di questo animale e questi ci rispondono...
...continua sul nostro Libro
Australia
Giovedi'
12 Agosto
Seguiamo a ritroso la pista di ieri e lentamente torniamo sulla
Gibb River Road. La seguiamo per un bel tratto, dopo di che ci fermiamo
a pranzare alla roadhouse di Mt. Barnett. Qui acquistiamo anche
il permesso per passare la notte nel campeggio situato a circa 7
km, in fondo alla pista che parte proprio da dietro alla stazione
dove siamo ora. Apriamo dunque il cancello e ci immettiamo su questa
piccola pista: il campeggio e' bellissimo, in mezzo a splendidi
baobab di cui alcuni sono veramente grossi. C'e' un laghetto dalle
fredde acque prive di coccodrilli ed un buffo isolotto nel centro:
diversi turisti stanno gia' rinfrescandosi. Anche noi decidiamo
di toglierci di dosso un po' di polvere e ci immergiamo: fantastico
!!!
Volendo, da qui parte un sentiero di un'ora e mezzo che conduce
alle cascate di Manning Gorge.... ma noi preferiamo, per questa
volta, lasciarci prendere dalla pigrizia e finire la giornata in
relax !!
Venerdi' 13 Agosto
torniamo sulla Gibb River Road per abbandonarla solo in prossimita'
dell' intersezione con la pista che conduce al Mornington Wilderness
camp site. Ci aspettano 88 km di pista piuttosto malmessa verso
la fine ma che attraversa distese a nostro giudizio davvero belle,
con diversi boschetti di baobab meravigliosi. Infine si arriva alla
reception di questo campo piuttosto "lussuoso", con piazzole
lungo il corso del fiume. Ci sono due gole sul territorio del campo
e chiediamo consiglio alla simpatica ragazza tutte lentiggini che
ci accoglie. Sono infatti gia' le due di pomeriggio e non riusciremmo
a vederle entrambe per via del fatto che alle cinque e mezzo viene
buio. Optiamo per la visita al Sir John Gorge e saliamo cosi' in
camper: una mezz'ora di pista esclusivamente 4wd quindi si parcheggia.
Un cartello di legno ci indica dove bisogna dirigersi per arrivare
sulle rive del fiume e qui.... ha inizio il "gioco". Alla
reception ci hanno infatti consegnato un foglio sul quale c'e' una
mappa della zona: interpretando cio' che c'e' scritto ed i disegni
dobbiamo capire, visto che non c'e' un sentiero, se stiamo andando
nel posto giusto, dove ci attende una canoa ! Abbiamo con noi due
paia di pagaie. Ci avviciniamo allora alla riva del fiume, senza
pero' raggiungerla perche', superato un grosso baobab, si devia
a sinistra. Si prosegue per circa mezz'ora su di un bellissimo terreno
di rocce rosse levigate e del fiume non si vede alcuna traccia.
Trascorsa mezz'ora, si inizia a scendere verso la riva finche' non
si vede l' acqua. Sulla nostra sinistra dobbiamo arrivare a scorgere
un "corridoio" di pietre rosse che attraversa per intero
il fiume: li' nell' angolino formato da questo corridoio con la
riva che stiamo ora calpestando, all' ombra di alcuni alberini frondosi...
dovrebbe esserci la prima canoa: trovata !!
Ci saliamo e remiamo fino a raggiungere, dopo circa cinque minuti
di "navigazione", un secondo corridoio di rocce: qui tiriamo
in secca la canoa e proseguiamo a piedi. Il caldo non lascia tregua
e questi dieci minuti di cammino fra alti pietroni ci distruggono!
Per fortuna... ...continua sul nostro
Libro Australia
Sabato 14 Agosto
Torniamo alla Gibb River Road e la abbandoniamo definitivamente
per la pista che porta a due localita' famose:Tunnel Creek e Windjana
Gorge. Dal momento che non avremmo il tempo per visitarle entrambe,
optiamo per quest' ultima.
Parcheggiamo il camper e ci incamminiamo verso le alte e nerissime
pareti della gola: uno scenario decisamente nuovo ! Giunti alla
base della parete destra della gola, attraversiamo un tunnel naturale
lungo una decina di metri e sbuchiamo su uno stretto corridoio di
sabbia morbida: sulla nostra destra s' innalza la roccia nera a
picco della gola, sopra di noi le fronde di tanti alberini ci prottegono
dai raggi diretti del sole che splende come sempre magnifico, sulla
nostra sinistra scorre placido e verdastro il fiume antichissimo
che ha dato vita alla gola stessa. Pensate che questa gola, protetta
da queste alte pareti, e' stata risparmiata da qualsiasi cambiamento,
tanto che gli scienziati dicono "che e' rimasta invariata dall'era
del Devoniano"....... ha un certo fascino questa affermazione
!
Continuiamo a camminare finche' la vegetazione come per incanto
si apre: il fiume in questo punto compie un' ansa e le sue sinuosita'
sono riempite da vaste dune sabbiose. E' bello camminarvi sopra,
ammirando dal basso questo splendido mondo preistorico. Dagli alberi
dall' altra parte del fiume partono stormi di decine di pappagallini
candidi che si chiamano con acuti gridolini; le pareti levigate
sembrano voler davvero proteggere questa valle incantata. Nelle
acque torbide del fiume nuotano o prendono il sole decine di piccoli
coccodrilli d'acqua dolce. Riusciamo ad avvicinarci parecchio: questi
animali non sono pericolosi e non sembrano temere l' uomo. Creature
preistoriche perfette per questo posto ! Solo noi uomini, coi nostri
colorati vestiti e le nostre buffe macchine fotografiche, sembriamo
non centrare proprio nulla qui ! Ci sdraiamo sulla sabbia calda
e lasciamo liberi i nostri sensi: vediamo il blu del cielo puntellato
del bianco dei pappagalli, sentiamo le eco dei loro richiami, avvertiamo
l' odore del fango mosso dalle zampe dei coccodrilli.
E' bello sapere che esistono ancora posti come questo..........
Torniamo a malincuore al parcheggio: ci aspetta ancora tanta strada.
Proseguiamo sulla stessa pista di prima, superiamo Tunnel Creek
e poco dopo... ...continua sul nostro
Libro Australia
Domenica
15 Agosto
Mentre in tante localita' turistiche oggi si lotta con il sovraffollamento
ed il tutto esaurito, noi siamo immersi in un mondo di tranquillita'
e silenzi spettacolari. Di primo mattino ci mettiamo sulla strada
ed arriviamo ad una deserta Halls Creek. Facciamo rifornimento di
carburante, viveri, birre e visitiamo il centro visitatori. Cerchiamo
informazioni su quali comunita' aborigene site lungo la pista che
ci apprestiamo ad imboccare abbiano da offrire bei lavori di arte
aborigena.
Prendiamo dunque la mitica Tanami Road, quasi 1000 km di pista larga
che conducono nel cuore dell' Australia, ovvero ad Alice Spring.
Non la eseguiremo fino in fondo pero', anche se la nostra destinazione
finale e' proprio Alice Spring, poiche' compiremo alcune deviazioni
interessanti che ci porteranno a scoprire posti indimenticabili
!
Immediatamente dopo l' imbocco della Tanami Road, incontriamo un
road train parcheggiato e ne approfittiamo per scambiare due parole
con l' autista: un corpulento australiano dalla fluente chioma bionda
! Sono sempre cordiali questi personaggi ed hanno molta voglia di
parlare. Partiamo decisi su questa pista praticamente deserta che
rappresenta una scorciatoia per chi deve raggiungere il Kimberly
dal centro dell' isola. Esiste infatti una strada asfaltata molto
piu ' frequentata, che si dirige a nord, ed e' la Stuart Hwy...
ma noi l' abbiamo volutamente scartata dal nostro itinerario !
Non incontriamo nessuno o quasi, il panorama e' sempre piu' tendente
al rosso ed e' tutto molto piatto.
La giornata si conclude alla base del cratere meteorico chiamato
Wolfe. Per raggiungerlo occorre lasciare la Tanami Road appena 16
km dopo Halls Creek e proseguire per altri 130 km in direzione sud.
Mentre allestiamo il campo, arrivano due moto da enduro:
i piloti scendono un attimo, si guardano attorno, risalgono sulle
moto e fanno dietro front. Ci domandiamo dove vadano a qust'ora:
ormai e' buio... e qui intorno non c'e' assolutamente nulla. Escludendo
l' ipotesi che viaggino durante la notte (troppo pericoloso, non
si vedono gli animali che attraversano la strada e poi..... che
gusto c'e' ???) resta la possibilita' che vadano a dormire lontano
da altri esseri umani, nella solitudine dell' outback.
Decidiamo di risalire le pendici del cratere per godere del tramonto.
Un sole giallissimo si spegne velocemente su di un orizzonte assolutamente
piatto, non interrotto da alcuna altura. L' aria e' tersa ed incredibilmente
fresca. Sotto un cielo ancora luminoso, la terra si fa sempre piu'
scura; unica nota chiara la nuvoletta di polvere alzata dalle due
moto, laggiu' in fondo, sempre piu' lontana.......
Lunedi' 16 Agosto
Nasce
il nuovo giorno e la luce illumina il mondo che ci circonda. Saliamo
le pendici del cratere ed osserviamo il suo cuore: e' profondo 50
metri ed ha un diametro di circa 850 metri. Si e' formato 300 mila
anni fa quando un' enorme meteorite fini' il suo viaggio proprio
qui, ma fu scoperto solo nel 1947 durante una ricognizione aerea.
Gli aborigeni, che invece lo conoscono da sempre, credono che crateri
come questi si formavano laddove enormi serpenti fuoriuscivano dalla
terra.
E ' il secondo al mondo per dimensioni, superato solo da quello
che si trova in Arizona. Al centro si vede un boschetto verde che
nasce su una crosta biancastra di sale, cio' che resta dei sali
minerali dell' acqua piovana.
Proviamo a cimentarci nella camminata lungo il periplo.... ma dopo
un' ora non siamo neanche a un terzo.... abbandoniamo l' idea e
torniamo indietro !
Giunti al camper, percorriamo al contrario la deviazione di 130
km di ieri e ci immettiamo nuovamente sulla Tanami Road. La seguiamo
per diverse ore senza praticamente incontrare anima viva, finche'
giungiamo al Rabbit Flat, una stazione di servizio letteralmente
persa nel nulla ! Un signore cordiale dalla barba bianca ci riempie
i serbatoi di diesel, ci scalda al microonde un paio di schifezze
surgelate e si ferma volentieri a fare due chiacchiere con noi.
Abbiamo imparato molte cose da questo incontro e gliene saremo sempre
grati !
Riprendiamo la pista ed arriviamo all' area di sosta e campeggio
verso le 18 e 30, quando il sole si sta preparando a tramontare.
Siamo infatti rientrati nel Northern Territory e l' orario e' dunque
tornato quello di inizio vacanza.
Non c'e' assolutamente nulla qui dove ci siamo fermati, fatta eccezione
per una grossa cisterna di raccolta dell' acqua piovana.
In lontananza, si staglia sul cielo rosa la struttura in metallo
di un pozzo a vento, segno, forse, che c'e' laggiu' una comunita'
aborigena. Subito dopo cena ci ritiriamo nel camper e, prima di
addormentarci, assistiamo al passaggio di un road train. Il suo
arrivo e' stato annunciato diversi minuti prima di vederlo: la terra
sembrava fremere, l' aria si riempiva pian piano di un rombo sordo,
i nostri sensi erano completamente catturati da questo arrivo imminente....
ed infine... ...continua sul nostro
Libro Australia
Martedi' 17 Agosto
Alle 6 siamo gia' in piedi e pronti a metterci in marcia: abbiamo
deciso di percorrere la Tanami Road in due giorni anziche' in tre,
cosi' da poter vedere piu' cose.
Ci regaliamo una sosta alla comunita' aborigena di Yuendemu: facciamo
rifornimento di carburante e viveri e visitiamo la galleria d' arte.
Quasi ogni comunita' ha la sua galleria d' arte, gestita normalmente
da persone bianche ma dove lavorano esclusivamente artisti aborigeni,
uomini e donne. Alcuni di questi artisti sono diventati famosi a
livello mondiale ed i loro lavori sono molto ben pagati. Gli stessi
che abbiamo potuto vedere noi avevano prezzi molto elevati e, comprandoli
qui nelle comunita' anziche' in anonimi negozi per turisti delle
citta', e' certo che la maggior parte dei frutti siano devoluti
agli artisti. La via della pittura e' molto importante per questo
popolo che rischia di perdersi per sempre nell' oblio dell' alcool
e della noia: lo stato, infatti, stanzia ogni anno fondi considerevoli
per gli aborigeni che cosi' si ritrovano con uno stipendio fisso
senza fare assolutamente nulla. E' facile per loro perdere in questo
modo il senso della realta' ed abbandonarsi all' oblio dell' alcool,
per esempio. Da diversi anni, la comunita' aborigena si e' auto-vietata
la vendita di alcoolici ed anche ai turisti che visitano le varie
comunita' viene esplicitamente raccomandato di non avere alcool
con se'.
L' insegnamento della pittura e dell' arte aborigena in generale,
puo' aiutare a dare un futuro a questa gente.
Noi abbiamo potuto ammirare tele superbe, coloratissime, allegre,
con un simbolismo tutto da studiare: non facciamo fatica a credere
che alcuni critici ne siano rimasti ammaliati !
Nel pomeriggio torniamo sulla Tanami che nel frattempo si e' fatta
asfaltata e la abbandoniamo per una pista che si dirige verso ovest,
alla comunita' di Papunya, e che si rivelera' meravigliosa ! Prima
di giungere a Papunya, comunque, deviamo verso sud, poi verso est
fino quasi a Glen Helen, che pero' non raggiungeremo quest' oggi.
La luce serale dipinge scenari da favola: montagne variopinte si
alzano finalmente sull' orizzonte, praticelli puntellati di teneri
fiori gialli, centinaia di piccole zucchette ai bordi della pista
e tante, tante mucche. La pista e' sottile ed incontriamo spesso
della sabbia. Siamo entrati in un nuovo parco: l' Western MacDonnell
N.P.
Risaliamo le pendici rocciose dei bastioni occidentali di questa
lunga catena montuosa dei MacDonnell che si estende fino ad Alice
Spring. Arriviamo in fondo alla stretta pista ed entriamo in un'
area di campeggio bellissima con... ...continua
sul nostro Libro Australia
Mercoledi' 18 Agosto
Ci scaldiamo le membra infreddolite sul fuoco finche' non sentiamo
nuovamente il sangue fluire liberamente nelle vene. Solo allora
ci mettiamo in cammino. In 25 minuti si raggiunge un bel laghetto
chiuso fra le rocce all' ombra: dalla parte opposta a dove siamo
noi il lago s' incunea e si perde in una strettissima gola. Volendo,
ci sono delle camere d' aria gonfie con le quali tuffarsi ed esplorare
la gola.... ma il ricordo del freddo di questa notte ci fa ben guardare
dal provare quest' esperienza !! Aspettiamo che il sole venga ad
illuminarci rimanendo sdraiati sulle rocce piatte.
Torniamo al camper e con questo torniamo a valle, dove la pista,
che si chiama Namatjira Drive, prosegue e giunge a Glen Helen. Qui
si trova un lodge dove pranziamo: sulle pareti ci sono foto spettacolari
delle montagne dei dintorni nella stagione delle piogge: fiumi carichi
d' acqua e rocce stratificate fanno di questa zona una delle piu'
belle e visitate nei pressi di Alice Spring.
Riprendiamo la Namatjira road in senso opposto a questa mattina
e, dopo 37 km, ecco il trivio con la pista che ieri sera ci ha portato
qui ed una terza pista diretta verso sud: la imbocchiamo e ben presto
ci troviamo sul passo chiamato Tylers Pass. Da qui si gode una spettacolare
vista sulla pianura circostante e sul massiccio del Gosse Bluff,
ovvero cio' che resta dell' impatto di un meteorite.
Proseguiamo e dopo una ventina di km si arriva a T sulla Larapinta
Drive: noi la seguiamo verso est. 43 km piuttosto monotoni portano
ad Herrmannsburg, famosa per ospitare un' antica missione luterana
tedesca, risalente alla meta' del 1800.
Rimandiamo la visita a domani perche' la meta di oggi e' ancora
un po' lontana e vogliamo arrivare prima di buio. E obbligatorio
per percorrere questa pista acquistare... ...continua
sul nostro Libro Australia
Giovedi' 19 Agosto
Questa notte ha fatto un po' meno freddo di ieri, ad ogni modo alzarsi
al mattino ed uscire dai sacchi a pelo caldi richiede sacrificio
! Ci mettiamo in moto e continuiamo la pista di ieri sera, direzione:
Palm Valley.
Quando il sole inizia a scaldare noi siamo gia' in cammino: stiamo
seguendo il Katarranga Loop, sentiero di circa 3 ore che si sviluppa
prima in una bella valle fluviale, la Palm Valley appunto, e poi
si alza e prosegue sulla cresta rocciosa con splendide vedute in
basso. In questa valle crescono palme endemiche alte fino a 25 metri
e dal tipico fusto color cioccolato.
Scendiamo al parcheggio dove abbiamo lasciato in precedenza il camper
e percorriamo a ritroso la pista, piuttosto sconnessa, fatta questa
mattina. Raggiungiamo una localita' chiamata "l' anfiteatro"
ed anche qui facciamo a piedi un giro ad anello. Ci sono picchi
di roccia rossissima persi in una ampia valle coperta di fitta vegetazione:
molto bello !
Dopo un pranzetto frugale scendiamo nuovamente ad Hermannsburg,
dove visitiamo la storica missione. E' bello camminare fra gli edifici
abbandonati ma che ancora parlano di una vita dura ed essenziale:
la scuola, la chiesetta, la mensa, il dormitorio degli uomini e
quello delle donne. Alcune macchine agricole tutte arrugginite completano
il monumento storico. Nella vecchia casa padronale c'e' un bellissimo...
...continua sul nostro Libro
Australia
Venerdi' 20 Agosto
Sveglia presto, colazione, poi ci si porta in camper fino al parcheggio
poco distante; ci sono gia' un paio di auto ed un pullman. Nelle
prossime ore ci sara' gran affollamento. Siamo fra i primi a partire
a piedi ma quando iniziamo la ripida salita che segna l' inizio
del Kings Kanyon Walk veniamo prontamente superati da orde di ragazzini
che sembrano in gita scolastica. Che bello sarebbe stato se i nostri
insegnanti ci avessero portato in posti come questi ai nostri tempi..........
Questa camminata sara' infatti quella che in assoluto ricorderemo
come la piu' bella in Australia: la consiglio a tutti, a parte forse
a quelli che soffrono di vertigini.
Dunque, dopo la ripida salita ci si trova su un' altopiano roccioso
dal colore rosso intenso: un mondo fatto di rocce a forma di cupole,
antiche dune fossilizzate ! In alcuni punti sono cosi' numerose
che sembra di osservare un villaggio di capanne, tanto che viene
loro dato il nome di "lost city", citta' perduta ! Stiamo
procedendo su una delle due alte pareti rocciose che formano il
canyon principale e quando un cartello indica "look out"
ci affrettiamo in quella direzione. Che spettacolo ! Quale meraviglia
di fronte ai nostri occhi increduli ! Sotto ai nostri piedi si apre
una gigantesca spaccatura, laggiu' in fondo un boschetto cela un
sottile rivolo d' acqua, tradito solo dalla soave eco del suo continuo
fluire; di fronte a noi sta impettita ed altezzosa la parete opposta
del canyon, levigatissima, a picco, scavata da buchi che sembrano
porte e finestre oppure bocche ed occhi: meraviglioso !!
La maggior parte della gente, giunta qui, torna indietro. Noi no:
troppo catturati da questo posto per riuscire a voltarci e tornare
sui nostri passi, andiamo avanti . Camminiamo come in trance fra
le cupole rocciose, superiamo piccoli ponti e scalette di legno,
saliamo, scendiamo, poi ancora saliamo in labirinti di roccia fantastici.
Quasi senza accorgercene passiamo sulla parte opposta del canyon
ed ora stiamo immobili sullo strapiombo ad osservare il punto dove
ci trovavamo prima. Ci sono alcune persone la' e sembrano solo puntini
colorati in un mondo quasi esclusivamente rosso !
Stiamo lentamente tornando verso il parcheggio ma un incontro ancora
ci sorprende: si tratta di un' esemplare di Cycade, una palma endemica
priva di fusto che arriva ad avere 400 anni e che si trova, oltre
che qui, solo nella Palm Valley !
L' ultima parte del percorso e' in discesa, su gradoni rocciosi.
Infine, ecco di nuovo il parcheggio. In tutto siamo stati fuori
poco piu' di tre ore.
Riprendiamo la strada che ci porta lentamente verso est quindi verso
sud per poi piegare decisamente verso ovest. Siamo sulla lunga arteria
asfaltata che conduce al vero centro dell' Australia, al suo simbolo
per eccellenza, al luogo in assoluto piu' sacro a tutto il popolo
aborigeno.
ULURU. E' bellissimo arrivarci piano piano, aspettare di... ...continua
sul nostro Libro Australia
Sabato 21 Agosto
Oggi ci aspettano due diversi giri a piedi, entrambi nel parco dove
ci troviamo.
Il primo si sviluppa alla base di Uluru e ci impegnera' ben 4 ore
! Visto da sotto e da tutte le angolazioni possibili, Uluru e' veramente
emozionante e muove nel nostro intimo un miscuglio di sacralita'
e mistero ! Bello camminarci accanto, bello scoprire che ci sono
molti punti dove non ci si puo' avvicinare e neppure fotografare
perche' sono zone particolarmente sacre agli "ananga",
uomini e donne aborigene. Bello pensare ai tempi in cui "la
gente" si riuniva qui per momenti spirituali ad altissimo potenziale,
bello immaginare cosa questa gente provasse qui sotto al monumento
naturale per loro piu' sacro.......
Brutto invece scoprire quante "formiche" risalgano ancora
oggi le pendici di Uluru, nonostante il grande cartello scritto
in tutte le lingue dai piu' alti esponenti del popolo aborigeno
che chiede "per favore non salite su questa montagna a noi
cosi' sacra, perche' se uno di voi muore sulla nostra terra noi
saremo molto dispiaciuti e penseremo con dolore ai vostri parenti
che vi piangeranno perche' sarete morti sulle nostre terre. Non
possiamo impedirvi di salire ma ve lo chiediamo per favore: non
salite !". Ogni anno qualcuno muore nel tentare la scalata
perche' il caldo puo' uccidere, la fatica puo' stroncare un cuore
non piu' forte e la superficie di Uluru e' molto scivolosa. Tuttavia,
noi ci siamo astenuti per tutt' altra ragione: e' il rispetto per
una tradizione antichissima che ci ha frenato, il bisogno di sapere
che c'e' qualcos' altro oltre alla ricerca del puro piacere o della
propria soddisfazione personale a muovere il mondo, la speranza
che il rispetto per cio' che e' diverso possa prevalere sulla prepotenza
e l' arroganza per cui oggi purtroppo l' uomo "civilizzato"
e' noto.
E' stato molto bello conoscerti da vicino senza ferirti, Uluru...........
Consumiamo un pranzetto frugale con negli occhi l' immagine gigantesca
di Uluru, poi ci spostiamo verso l' altro famoso massiccio del parco:
Kata Tyuta. Qui faremo la nostra seconda escursione della giornata
!
Kata Tyuta, noto anche col nome di The Olgas, in lingua aborigena
significa "mille teste". Da lontano infatti si vede bene
che questo massiccio e' formato da una serie di teste di roccia
rossa, panciute e levigate. A differenza di Uluru, sulla roccia
di Kata Tyuta notiamo crescere della vegetazione: e' bellissimo
da lontano ma ci donera' emozioni anche maggiori nel suo interno
!
Parcheggiamo il camper e... ...continua sul
nostro Libro Australia
Domenica
22 Agosto
Durante la colazione abbiamo conosciuto i due ragazzi che hanno
dormito al nostro fianco questa notte: Fabio e Stefania di Milano.
Abbiamo chiacchierato un sacco e, fra le altre cose, abbiamo scoperto
che hanno conosciuto proprio ieri Claudio, il ragazzo che ci ha
inviato i punti Gps del percorso che
stavamo studiando !
Arrivano cosi' in fretta le 10 e 30: non possiamo trattenerci oltre.
Partiamo dunque e raggiungiamo la Stuart Hwy che seguiamo per un
bel tratto in direzione nord.
Ad un certo punto, alcuni aborigeni si sbracciano a lato della strada:
ci fermiamo e notiamo che dal cofano aperto della loro vecchia auto
esce copioso del fumo. Diamo loro due bottiglie d' acqua per il
radiatore e ci rimettiamo in moto. Dopo pochi km incontriamo una
stazione di servizio: i nostri amici sono salvi !
Lasciamo l' asfalto per una sottile pista che si porta decisamente
verso est e che conduce in 22 km alla Rainbow Valley. I ragazzi
di Milano ci superano mentre noi sostiamo per il pranzo e ci incontriamo
alla fine della giornata nella piccola area di campeggio della riserva
naturale. La Rainbow Valley prende questo nome dal fatto che il
massiccio di arenaria che nasce oltre il lago salato prosciugato
e rosato che si stende sotto i nostri occhi, assume una colorazione
pazzesca che unisce il giallo all' arancio ed al rosso in un vero
arcobaleno naturale, specialmente al tramonto. Superbo !
Il buio della notte ci vedra' coi nostri nuovi amici intorno ad
un bellissimo fuoco con un buon piatto di pasta ed alcuni buonissimi
bicchieri di vino, a raccontarci emozionanti storie di viaggi passati
e futuri.......
Lunedi'
23 Agosto
Brutta sorpresa questa mattina: abbiamo una gomma a terra ! Fabio
e Taddy la sostituiscono. Facciamo colazione e ci rimettiamo in
moto. Dopo un tentativo fallito di percorrere una pista che secondo
le nostre mappe doveva collegare questa valle ad un' altra ma che
in realta' e' stata chiusa per permettere alla vegetazione di rigenerarsi,
torniamo sull' asfalto ed alla stazione di servizio avvistata ieri
sera. Dato che con noi avevamo una sola gomma di scorta, Fabio e
Stefania sono stati davvero gentili a scortarci fino alla salvezza
!! Qui li salutiamo perche' le nostre strade si dividono: buon proseguimento,
regaz !!!
Aspettiamo mezz' ora perche' il meccanico e' andato a soccorrere
un' auto rimasta in panne non si sa bene dove; quando ritorna sembra
arrabbiato, o forse e' cosi' serio di carattere, comunque ci aggiusta
la gomma in breve tempo senza trovare l' oggetto che ha provocato
il foro.
Siamo pronti a ripartire: meta di oggi la riserva storica del Chambers
Pillar. La pista e' lunga e bella e sale sulla cima di una collina
rocciosa da cui si gode uno spettacolo mozzafiato sulla vastita'
infinita del centro Australia. Se avete una buona vista ed una bussola
potrete anche localizzare il Chambers Pillar !
Sul finire della pista si attraversano alcune dunette di sabbia
arancione ricoperte di cespugli e fiori. Qui capiamo il significato
di quelle bandierine portate su lunghe aste che abbiamo visto svettare
sul tetto di alcuni fuoristrada:... ...continua
sul nostro Libro Australia
Martedi' 24 Agosto
Questa notte non e' stato freddo: ha infatti soffiato un forte vento
caldo che ha alzato la temperatura.
Salutiamo il Chambers Pillar e torniamo a ricavalcare le dunette
di ieri. Giunti a Maryvale prendiamo la sottile, sabbiosa e bella
pista per Finke. Ad un certo punto incrociamo la vecchia linea ferrovia
(oggi smantellata) e poi la costeggiamo per un lungo tratto: a fianco
della pista si incontrano spesso traversine abbandonate. Sopra di
noi ci sono ancora molti paletti con in cima i cappucci ceramici
e fra alcuni di essi c'e' ancora il filo elettrico !
Pranziamo su una duna rossissima appena fuori dalla pista e mentre
riposiamo vediamo passare ben due automobili. Proseguiamo fino a
Finke, dove facciamo rifornimento. Ancora avanti fino ad Andado,
dove c'e' solo una fattoria. Meta finale della giornata: Old Andado.
Superiamo due file di belle dune arancioni puntellate di vegetazione
ed arriviamo infine in vista della fattoria di Molly, la vecchia
proprietaria di Old Andado. Abbiamo letto sulla Lonely Planet che
Molly vive qui da sola dopo la morte del figlio e del marito e che
da sola porta avanti con grande energia la fattoria. Abbiamo letto
anche che prepara volentieri un pasto caldo per i turisti che si
fermano a dormire qui, cosi' ci affrettiamo a coprire i km che ancora
ci separano dalla fattoria. Ma c'e' qualcosa di strano. Mentre ci
avviciniamo notiamo che la situazione non e' normale: non un cane
che abbaia, non una persona che esce incuriosita, non un' automobile
parcheggiata, nulla. Fermiamo il camper, spegnamo il motore ed il
silenzio scende su di noi. Solo un numero spropositato di piccole
mosche pestifere inizia a ronzarci attorno a bocca ed occhi.
La fattoria e' deserta. Molly non c'e'... ...continua
sul nostro Libro Australia
Mercoledi' 25 Agosto
Ci siamo sentiti di lasciare i soldi per la notte trascorsa qui
anche se non abbiamo avuto alcun contatto umano. Magari Molly tornera'
a breve e allora sara' felice di trovare questi soldi ! Su di un
tavolino sotto una tettoia di legno abbiamo infatti trovato un cartello
con le tariffe: Molly affitta anche le stanze della sua casa.
Salutiamo questo strano posto dimenticato da Dio che alla cristallina
luce del giorno non ci incute piu' timore e cerchiamo l' imbocco
della pista per Alice Spring, l' Old Andado Track, utilizzando il
Gps ed un po' di intuito. Questa
pista, infatti, non e' segnalata e questa e' una vera novita' qui
in Australia !
Corriamo a velocita' abbastanza sostenuta su di una pista in pianura
fra due file di dune parallele, basse, ben distanziate e coperte
di cespugli.
Il panorama e' piatto e sassoso, l' orizzonte sembra non avere fine.
Non incontriamo animali ne' piante; solo una sdozza auto con a bordo
tre aborigeni nerissimi ci supera mentre noi siamo fermi per fotografare
un raro esemplare di cespuglio carico di minuscoli fiorellini gialli.
Dopo 38 km si incontra un bivio: a sinistra si va verso Alice Spring,
a destra si va alla Mac Clark Conservation Reserve. Decidiamo di
fare questa deviazione e dopo 10 km vediamo stagliarsi sul cielo
alcune forme scure ed allungate, raccolte su di una superficie circoscritta
da una rete. E' la riserva di Mac Clark che accoglie alcuni esemplari
di una rarissima acacia molto resistente, che sopravvive a scarsissime
precipitazioni e ad alte temperature. Un' acacia che puo' vivere
fino a 500 anni, raggiungere i 17 metri d' altezza e che si trova
solo qui e in due zone del Queensland australiano. Lasciamo il nostro
nome sul registro delle presenze ed e' grazie a questo gesto che
scopriremo, una volta in Italia, che Claudio e la sua ragazza sono
passati di qua esattamente un giorno dopo di noi !!!! Salutiamo
i due simpatici gechi che hanno fatto della cassetta del registro
la loro dimora e torniamo in camper.
Seguiamo la stessa pista fino a... ...continua
sul nostro Libro Australia
Giovedi'
26 Agosto
Riordiniamo e puliamo l' interno del camper, lo laviamo esternamente
con cura e prepariamo i nostri zaini.
Raggiungiamo la sede di Alice Spring della Britz: pratiche per la
restituzione del fedele camper: si e' comportato egregiamente !
Taxi per tornare in centro. Ci diamo allo shopping nel Todd Mall
fino ad ora di pranzo.
Questa notte dormiremo in un ostello, il Melenka. Non prima di un'
altra buona birra al Saloon !
Venerdi'
27 Agosto
Taxi fino all' aeroporto. Pratiche per l' imbarco. Primo scalo:
Perth.
Mentre con l' aereo sorvoliamo il Great Victoria Desert, una sottilissima
traccia che corre dritta dritta in una distesa rossa che sembra
non finire mai cattura la nostra attenzione. E' incredibile: stiamo
gia' sognando di essere li' a percorrere quella pista ...... un
altro itinerario sta prendendo forma nelle nostri menti, un altro
viaggio per scoprire altre realta' ed altre meraviglie di questa
isola - continente che ci ha catturato il cuore ............ Torneremo
Australia, torneremo..........
|