Sabato 21 e Domenica
22 Dicembre 2002
Ci sono voluti diversi mesi di progetti e preparativi, letture e
connessioni ad internet ... ma alla fine siamo in procinto di partire
per uno dei viaggi piu’ belli ed emozionanti che abbiamo fatto!
Un altro paese africano, ma questa volta nell’ Africa australe,
nell’ Africa vera, quella dei leoni e degli elefanti.
In aereo da Verona, via Francoforte, abbiamo volato fino a Windock,
la piccola capitale namibiana. Conta solo poche centinaia di migliaia
di persone ed in effetti, piu’ che una città’, pare un paesone.
Qui ci accoglie un ragazzone nero che ci accompagna subito all’
agenzia Camping Car
Hire ,dove abbiamo noleggiato
l’ automobile che ci accompagnera’ nella scoperta del Paese. L’
organizzazione e’ perfetta, di stampo davvero tedesco. E’ da ricordare
infatti, che la Namibia ha subito una lunga colonizzazione da parte
della Germania; in quel periodo veniva chiamata AFRICA SUD OCCIDENTALE
TEDESCA, e da quello stesso periodo e’ rimasto radicato nella popolazione
il ben noto senso dell’ organizzazione, dell’ ordine e della pulizia
tipici dei paesi nordici. Nel 1919, la Namibia passo’ sotto il dominio
sudafricano fino al 1990, quando ottenne finalmente l’ agognata
INDIPENDENZA!
Ma torniamo a noi: la scelta di viaggiare con un pick up “full equipped”
(ovvero comprensivo di tutto il materiale necessario al campeggio)
si e’ rivelata decisamente ottima, anche considerando i prezzi davvero
buoni per il noleggio!! Questo mezzo 4x4, e’ il solo in grado di
permettere un’ esplorazione ottimale del territorio africano, anche
se dobbiamo ammettere che qui in Namibia le strade sono quasi tutte
molto ben messe, pure quando sono bianche. Una piccola precisazione:
noi adoriamo le strade sterrate, per cui scegliamo apposta di seguirle,
laddove ci puo’ essere la possibilita’ di raggiungere un determinato
punto anche con strade asfaltate! In Namibia, tuttavia, e specilmente
nelle zone da noi visitate, questa alternativa il piu’ delle volte
non si e’ presentata .... con nostra gioia!
Utilissimo in questo viaggio e’ stato il GPS,
che ci ha aiutato in molteplici situazioni a capire... ...continua
sul nostro Libro Namibia
Lunedi’ 23, Martedi’ 24, Mercoledi’ 25 Dicembre
All’ alba si parte per un breve giro all’ interno del parco,
su strade sabbiose, entrando e uscendo ripetutamente dalla boscaglia.
Pochi sono gli incontri con la fauna locale e il tempo e’ piovoso,
ma siamo in vacanza e non c’e’ spazio per la tristezza! Ci rifaremo
senz’ altro nei giorni a venire!!
Nel primo pomeriggio, partiamo decisamente verso nord, alla volta
di uno dei parchi africani piu’ grandi e ricchi di animali, l’ ETOSHA
NATIONAL PARK, visitabile con la propria automobile. Al suo interno
si trovano 3 bellissimi campeggi, in ciascuno dei quali consigliamo
di trascorrere almeno una notte.Il
parco si presenta come una enorme distesa pianeggiante, solo punteggiata
da una rada vegetazione, percorsa sul suo lato meridionale da tante
stradine bianche che si intrecciano, si uniscono, si allontanano
in una sorta di grande gioco dove i partecipanti vagano senza una
meta apparente alla ricerca costante di qualche animale! Cosi’ entriamo
in questo mondo fantastico, adattandoci immediatamente alla vita
che riempira’ i nostri prossimi giorni.
A pochi Km dall’ ingresso
facciamo la conoscenza con alcuni SPRINGBOK, piccole e graziosissime
antilopi che spiccano balzi verticali tenendo le zampette rigide
e la schiena arcuata. Non sono affatto spaventate dalla nostra presenza,
ben sapendo di non dover considerare gli esponenti della specie
umana alla stregua di possibili predatori.Questa caratteristica
accomuna un po’ tutti gli animali dell’ Etosha e fa veramente bene
al cuore sapere che esistono posti come questo dove uomo e animali
possono convivere pacificamente. Incontriamo in un solo giorno decine
di angolosi GNU, ZEBRE coi loro puledrini nati da poco, GIRAFFE
maestose dallo sguardo dolcissimo, un solitario e tranquillo ELEFANTE,
splendidi ORICI dalle lunghissime corna dritte ed assai pericolose
per i leoni ... ed un enorme LEONE intento a finire il suo pasto!
Descritto cosi’ sembra tutto
un po’ freddo, ma non si puo’ immaginare l’ emozione di scoprire
uno dopo l’ altro animali che si sono fino a quel momento visti
solo in foto o in documentari televisivi: c’ e’ il loro odore, ci
sono i loro versi, si respira la stessa aria...e in certi momenti
ti senti uno di essi perche’ vivi le loro emozioni, la paura del
predatore dietro il cespuglio e’ tangibile e lo si capisce dai loro
occhi, dai loro movimenti, dal loro stare continuamente nel branco.
E’ vietato uscire dal proprio mezzo e ogni tanto una pietra... ...continua
sul nostro Libro Namibia
Giovedi’
26 Dicembre
Usciti a malincuore dal grande parco, ci dirigiamo verso nord-ovest,
con l’ intenzione di visitare la terra dei DAMARA, il DAMARALAND
appunto. E’ questa una delle 11 etnie ancora presenti in Namibia
con le sue antiche tradizioni; anche se molte di queste si sono
perse nel corso degli anni (come il nomadismo), hanno mantenuto
per esempio il loro linguaggio tribale, davvero caratteristico ed
indimenticabile! Infatti presenta, oltre alle normali lettere alfabetiche,
alcuni “suoni” (detti CLIC) prodotti premendo la lingua su palato,
denti o lati della bocca ... rimaniamo incantati ad ascoltarli conversare,
dopo aver superato il primo momento di stupore durante il quale
pensiamo che ci stiano prendendo in giro!!
Dopo un tragitto piuttosto lungo, durante il quale facciamo rifornimento
di acqua e benzina, raggiungiamo in serata il territorio chiamato
PALMWAG (19°53’09”S 13°56’13”E), dove si trova il Palmwag Lodge,
gestito da tedeschi e meta della giornata.
Rimaniamo stupefatti dallo scoprire che non c’e’ posto! Sapevamo,
infatti, che era necessario prenotare i vari lodge sul nostro itinerario,
ma pensavamo che non ci fossero particolari problemi a trovare posto,
considerando anche il fatto che non abbiamo visitato la Namibia
in periodo di alta stagione (agosto). Non abbiamo pero’ considerato
le grandissime distanze che separano i vari lodge e che inevitabilmente
radunano i pochi turisti nei pochi lodge sparsi sul territorio!
Un consiglio? Telefonate sempre almeno... ...continua
sul nostro Libro Namibia.
Venerdi’ 27 Dicembre
Il giorno seguente, abbiamo passato la mattina a scorazzare
nei dintorni; per la precisione, siamo stati all’ interno della
concessione del Palmwag Lodge, per entrare nella quale siamo prima
passati a farci rilasciare il permesso dallo stesso lodge. Le strade
sono leggermente sconnesse (nessun problema con un mezzo 4x4) e
i panorami mozzafiato si dipingono in uno scenario intatto da mondo
primordiale! Indichiamo soprattutto il canyon TWEE PALMS, con due
solitarie palme molto pittoresche; il canyon VAN’ZILIS, regno dell’
elefante del deserto; ed infine il canyon di AUB con grossi blocchi
di roccia caduti in fondo ad una profonda spaccatura, dove le acque
verdi di 2 pozze donano una pennellata di colore al contesto rosso
fuoco dei dintorni!
Verso
mezzogiorno, arriviamo a SESSFONTEIN (19°07’14”S 13°37’05”E), uno
dei paesi piu’ grossi del territorio a cavallo fra Damaraland e
Kaokoland. Si tratta per la verita’ di un polveroso avamposto dove
poter fare ancora rifornimento di bevande, cibo e soprattutto, benzina.
Superato questo punto, infatti, bisogna essere completamente autosufficienti
dal momento che (fatta eccezione per un altro piccolo paese, OPUWO)
non troveremo alcun modo di approviggionarci di alcun che’! Ma andiamo
per gradi e torniamo brevemente a Sessfontein.
Ci
fermiamo qui, all’ ombra di alcuni begli alberoni, a pranzare con
pane e salamino (portato ovviamente dall’ Italia!); quasi subito
si forma poco distante un gruppetto di bimbi neri (sono ancora DAMARA)
che rimangono pero’ a debita distanza da noi. Si legge nei loro
sguardi una grandissima voglia di venirci vicino, ma i loro genitori
seguono da lontano i loro movimenti e li richiamano all’”ordine”
non appena li vedono avvicinarsi!Al contrario di quanto accade normalmente
nei Paesi del nord Africa, qui gli adulti insegnano ai propri figli
il rispetto per i turisti, evitando in questo modo che finiscano
a fare l’ elemosina per strada anziche’ cercare lavoro per vivere!
In tutto cio’ si legge la grande dignita’ di un popolo che pure
vive di pastorizia ed abita in misere capanne di legno! Ovviamente,
alla fine i bimbi si sono avvicinati perche’ li abbiamo invitati
noi.. e allora e’ iniziata una grande festa come solo i bimbi sono
capaci di fare!!
Riprendiamo la strada e giungiamo verso sera a OPUWO (letteralmente:
LA FINE!!18°03’66”S 13°49’85”E). Siamo finalmente entrati nel territorio
detto KAOKOLAND, il piu’ selvaggio, incontaminato, primitivo angolo
di mondo che abbiamo mai... ...continua sul
nostro Libro Namibia
Sabato 28 Dicembre
Svegli poco prima dell’ alba, optiamo per partire subito verso nord.
Nostra meta di oggi e’ la localita’ piu’ turistica dell’ intero
Kaokoland: EPUPA FALLS. La pista e’ buona e molto bella, ora bianca,
ora rossa; la vegetazione e’ rigogliosa ...ed ogni tanto da dietro
un albero sbuca una ragazza appartenente al gruppo etnico degli
HIMBA! E’ il nostro primo contatto con loro e restiamo affascinati!!
Gli Himba rappresentano quella parte
di popolazione indigena che non ha mai voluto sottomettersi ai regimi
coloniali e che gli zelanti missionari cattolici, nel corso degli
anni, non sono riusciti a convertire. Meno male...altrimenti il
mondo avrebbe perso per sempre un altro piccolo pezzetto della sua
storia!!
Lungo la pista incontriamo solo donne e bambini, poiche’ gli uomini
sono impegnati in quella che rappresenta la loro principale attivita’:
la pastorizia. Gli Himba, infatti, vivono ancora come secoli fa:
allevano capre, pecore e qualche mucca, raccolgono frutti e tuberi
e riescono ancora ad essere semi-nomadi!
Le donne hanno mantenuto il loro delizioso ed inconfondibile costume
tradizionale, costituito da una corta gonna con piu’ strati di pelle
di capra e da diversi monili realizzati con conchiglie, pelle e
ferro (talvolta anche con coloratissime perline colorate!). Inoltre,
usano cospargersi la pelle di tutto il corpo con una “crema di bellezza”
a base di okra, cenere e grasso animale, che le dipinge di uno spettacolare
colore rosso! Molte di loro cospargono di questa crema anche i capelli,
i gioielli ed i vestiti. Per tale motivo, l’ odore che da esse emana
e’ molto forte e risulta sgradito alla maggior parte degli europei...ma
vi assicuriamo che ci si fa presto l’ abitudine e che quando non
lo si sente piu’ se ne prova nostalgia!!
I nostri incontri con i gruppetti di Himba sono sempre molto vivaci,
amano farsi fotografare e si divertono a mettersi in posa; qualcuno
di loro si e’ un po’ “svegliato” e chiede un piccolo compenso per
ogni foto! Se possiamo darvi un consiglio, portatevi... ...continua
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Il
panorama non e’particolarmente interessante, cosi’ a mezzogiorno
siamo gia’ in vista di OMURANGO, il campo dove passeremo la notte,
esattamente nella zona detta Epupa Falls (17°00’13”S 13°14’65”E).
Siamo all’ estremo nord della Namibia, proprio sul confine con l’
Angola. Fra questi due Paesi corre il fiume KUNENE, uno dei piu’
importante dell’ Africa australe.Il campo si trova proprio sulle
sue rive ed e’ un sogno per noi, abituati al caldo torrido della
pista. Infatti, le Epupa Falls sono immerse in una meravigliosa
palmeraia,ombrosa e fresca. A non piu’ di 10 metri dalla jeep corre
il fiume, con le sue acque torbide di terre raccolte lungo il percorso
e vorticose di correnti nascoste.Visitiamo
dunque le cascate piu’ famose della Namibia. Il salto piu’ alto
e’ di 37 metri ed e’ ovviamente piu’ spettacolare quando il fiume
raggiunge la portata massima, ovvero in marzo... ma quella che ci
si para innanzi e’ gia’ una tale meraviglia che non possiamo non
emozionarci! Il Kunene, poco prima del grande salto, si divide in
2 grossi rami, nel mezzo dei quali si trova un delizioso, piccolo
angolo di terra di nessuno. Le acque del ramo namibiano cadono fragorosamente
in una profonda spaccatura, sopra la quale e’ perennemente visibile
un dolcissimo arcobaleno. Tutto il panorama intorno e’ dolce: i
colori tenui ma decisi, le caprette che brucano, i bimbi che sguazzano
felici. I nostri sguardi vengono attratti inoltre da alcuni mastodontici
esemplari di alberi somiglianti ai baobab, dai tronchi lucidi e
possenti e dalle fluenti chiome; le loro grosse radici corrono parallele
alle pareti a picco sul Kunene.
Alle Epupa Falls si trova un piccolo spaccio, dove si possono trovare
bibite, birre, biscotti ed altre poche cose. Non si trova invece
nessuno che ti vende benzina.
Alla sera si cena tutti insieme intorno ad un lungo tavolo: siamo
appena in una ventina di turisti e si sta divinamente! Il cibo e’
ottimo e presto si inizia a scambiare qualche parola con gli altri
commensali, quasi tutti sudafricani e tedeschi. Ci sconsigliano
di attraversare in solitaria il passo forse piu’ “temuto” del Kaokovelt
(versione in tedesco del termine Kaokoland). Mi riferisco al VAN
ZYL’S PASS, che separa gli altipiani del Kaokoland dalle vaste distese
erbose di MARIENFLUSS, nostra meta dei prossimi giorni. Questa pista,
in effetti, e’ molto, molto... ...continua
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Domenica 29 Dicembre
Ci svegliamo anche oggi prima dell’ alba e partiamo subito dopo
colazione. La pista che seguiamo e’ la medesima di ieri, fino ad
Opuwo. Qui, si imbocca la pista che lentamente sale al passo Otjihaa
(1200 metri), passando da un paesino chiamato ETANGA (17°51’89”S
13°01’67”E), ed attraversando un panorama un po’ monotono di alberini
bassi. Durante il lungo tragitto, che impegnera’ tutto il giorno,
ci fermiamo per visitare e fotografare da vicino le capanne di un
villaggio Himba, momentaneamente abbandonato. Sono costruzioni rotondeggianti,
basse, composte da uno scheletro di legna e rivestite di uno spesso
strato di terra secca secca; ci divertiamo ad immaginare la vita
delle persone fra queste buffe case che sembrano uscite da una fiaba!
Nei pressi di un importante incrocio (il nostro fedele Gps
ci indica che a destra si trova il famigerato Van Zyl’S pass, mentre
a sinistra c’e’ il “nostro” passo! 17°47’00”S 12°57’80”E), facciamo
la conoscenza con due ragazzine Himba, che forse piu’ di tutte le
altre ci rimarranno nel cuore. Non appena ci fermiamo per meglio
consultare le mappe, ci si avvicinano, curiose. Una delle due e’
una vera esplosione di esuberanza e ci riempie di gioia osservarla,
mentre cerca di comunicare con noi a gesti e piccoli suoni gutturali.
E’ sempre lei che mi sfila per prima, subito seguita dalla sua “socia”,delicatamente
gli occhiali da sole dal viso e se li porta agli occhi: io rimango
di sasso e non riesco ad oppormi...conoscera’ qualcosa che non appartiene
al suo mondo, ma come si fa ad evitarlo? Rimaniamo qualche minuto
ad osservarle, mentre alzano gli occhi al cielo lanciando acuti
gridolini di sorpresa! Poi ci chiedono dell’ acqua.. e ancora una
volta restiamo fulminati dal vederle bere: nella frazione di un
solo secondo, si sono gia’ scolate mezzo litro a testa come fosse
un bicchierino!!!
Improvvisamente pero’, mentre curiosano avide nell’ interno della
jeep, iniziano ad urlare spaventate e con un balzo scappano via.
Gelati dal loro inaspettato comportamento, iniziamo a cercare la
causa di tanto terrore...per trovarla dopo breve! Hanno semplicemente
scorto una grande fotografia sulla copertina di una rivista, raffigurante
un bel ghepardo!!! Non avendo mai visto la carta stampata, non potevano
certo immaginare che quello li’ non fosse un ghepardo reale ma solo
una sua rappresentazione! Ragazzi, che esperienza! Davvero qui pare
di essere stati catapultati nella preistoria!
Salutiamo le due ragazze, per riprendere la strada. Dopo poco, incontriamo
due donne intente a “lavarsi i denti” con dei bastoncini. Portano
in testa un buffo copricapo di pelle che indica che sono “sposate”;
posano serie per una nostra foto.
Superato il passo, il panorama si apre, trasformandosi in morbide
colline gialle, con uno sfondo di nuove montagne. Su queste colline
cerchiamo ORUPEMBE, indicato sulla mappa con un grosso punto rosso.
Per questo , ci aspettavamo di trovare un paese, tipo Opuwo...ed
invece ci troviamo di fronte un bel... ...continua
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Lunedi’ 30 Dicembre
Questa mattina, una gradita sorpresa ci attende. Mentre facciamo
colazione, infatti, alle nostre spalle compare un ragazzo Himba
(uno dei pochissimi uomini Himba incontrati!), vestito di beige.
Molto timidamente, questi si avvicina a noi e rimane in silenzio;
dopo poco comprendiamo che si tratta del “guardiano” del campeggio...
che altri non e’ se non un pastore della zona che, tutte le mattine,
accompagnando le mucche al pascolo, passa da qui e, se ci sono turisti,
riscuote la tariffa (intorno ai 5 euro per entrambi)!
Per cortesia, gli offriamo un caffe’ ed alcuni biscottini, e restiamo
ad osservarlo in rispettoso silenzio mentre consuma tutto felice
questa certo inaspettata colazione. Successivamente, egli ci dona
un piccolo rinoceronte di legno che lui stesso ha creato, facendoci
cosi’ un regalo speciale che ora “troneggia” nella nostra sala!
Partiamo nuovamente verso nord, alla scoperta della selvaggissima
valle di Marienfluss. La pista e’ piatta e veloce, correndo fra
immensita’ gialle dorate, dove brucano mucche, capre e qualche raro
springbok. Quindi inizia a salire, superando un passo pietroso.
Oltrepassata
la montagna, ci si rituffa a valle, ancora nel bush, fino ad un
incrocio importante denominato RED DRUM (17°47’76”S 12°31’38”E).
Ci troviamo a cavallo di due vallate; quella da cui proveniamo e
quella detta di HARTMANN. Un vivace bidone rosso segnala l’ incrocio,
oltre a dare il nome alla zona.
La nostra attenzione, a questa punto, viene attratta da un gruppetto
di persone all’ ombra di alcuni alberoni. Si tratta di una corpulenta
donna Himba e di due suoi bimbi. Si capisce che sono maschietti
per la caratteristica testolina rasata con solo un’ esile crestina
al centro, che ricorda quella dei mohicani! La donna ci saluta nella
sua lingua (qua siamo lontani davvero dalla civilta’ come la intendiamo
noi, per cui non c’e’ proprio altro modo di comunicare se non usando
la mimica!), poi ci mostra il piedino ferito del bimbo piu’ piccolo:
ci sta chiedendo aiuto! Purtroppo, noi non siamo medici, e non potevamo
certo immaginare che si trattasse semplicemente di un’ ulcera tropicale...e
che per guarirla subito e definitivamente sarebbe bastato applicarci
sopra un poco di polvere di pennicillina. Cosi’, l’ abbiamo medicato
con acqua ossigenata, un antinfiammatorio per bocca ed un calzino
per proteggerlo dalla polvere. Non sara’ servito a molto, ma abbiamo
fatto del nostro meglio. Una cosa comunque l’ abbiamo imparata:
d’ ora innanzi, in valigia sara’ sempre presente la pennicillina!!
Dopo aver donato della farina alla donna, ci allontaniamo seguendo
la pista che si dirige decisamente verso nord, ad incontrare nuovamente
il fiume Kunene. Siamo spostati molto piu’ ad ovest rispetto alle
Epupa Falls, quindi potremo vedere il fiume da una nuova angolazione.
Ed eccoci arrivati nella zona chiamata Otyinungwa! Troviamo il campeggio
dopo esserci soffermati a... ...continua
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In questo senso, la
Namibia e’ veramente un Paese fortunato, trovando come unica regione
“pericolosa” quella del CAPRIVI, a nord-est, dove gruppi di separatisti
e di profughi angolani della guerra civile, determinano una poco
tranquillizzante situazione di “turbolenza”. Questo non toglie comunque
la possibilita’ di spingersi a visitare anche questa zona, con la
raccomandazione di non uscire dalle piste per le eventuali mine.
Tornando al campeggio OKAROHOMBO (17°14’42”S
12°26’10”E), proprio sulle rive del fiume, vi diremo che si tratta
semplicemente di una zona recintata con dei bellissimi ed ombrosissimi
alberoni. E’ selvaggissimo anche questo, fatta eccezione per un
piccolo villaggio Himba appena fuori, dal quale sentiamo provenire
dolci note musicali, battere di mani e colpi sui tamburi sul finire
della giornata!
Come consiglio a chi si dovesse spingere fin qui, indichiamo la
possibilita’ di seguire una pista che si dirige ad ovest, correndo
quasi parallela al fiume, su una serie di divertenti “montagne russe”
naturali... e che conduce su un piccolo pianoro senz’ ombra, da
cui si puo’ godere di una vista fantastica! Si puo’ anche scendere
al fiume a piedi... ma attenzione ai... ...continua
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Martedi’
31 Dicembre
Dopo colazione, ripercorriamo a ritroso tutta la pista fatta ieri,
scoprendo scenari bellissimi che ieri ci eravamo lasciati alle spalle!
In prossimita’ del guado di un torrente (in secca!), fermiamo l’
auto per bere qualcosa (teniamo le bibite nel comodissimo piccolo
frigo nel cassone!) e rallegrare le nostre gole arse.. quando all’
improvviso notiamo qualcosa muoversi sotto un gruppetto di alberini.
Una figura scura, longilinea, immobile: e’ una ragazza Himba, bellissima,
col suo bimbo al fianco, che sta li’ e ci osserva. Una visione primordiale,
che si imprime per sempre sulle nostre retine, come il dipinto sulla
tela del pittore!
Ad un nostro cenno, ella si fa piu’ vicino e si ferma ancora, osservandoci.
Non domanda nulla, non dice nulla; solo ci guarda e sorride. Siamo
tutti come inebetiti, perche’ il momento e’ davvero magico; non
succede niente e forse e’ proprio per questo: si tratta di una di
quelle situazioni nelle quali cio’ che gli occhi vedono, racconta
piu’ di cio’ che le orecchie odono!!
Doniamo alla ragazza dei fiammiferi (ecco un altro regalo interessante
per gli indigeni: non serviranno per le sigarette.. ma per il fuoco
della cucina!), poi torniamo in auto e ci allontaniamo. Giungiamo
ad Orupembe a meta’ giornata circa, quindi imbocchiamo la nuova
pista per PURROS. Ci stiamo spostando verso sud e fra non molto
usciremo definitivamente dal Kaokoland. La cosa ci sgomenta, anche
perche’ rientreremo lentamente nella civilta’ e quindi si fara’
sempre piu' vicino il rientro a casa. Sono state tantissime le emozioni,
tante le immagini che non potremo scordare piu’. Di tutto il viaggio,
questa del Kaokoland e’ senz’ altro la regione namibiana che torneremmo
di corsa a visitare un seconda volta!!
La pista si fa sempre piu’ larga e dritta; ormai abbiamo raggiunto
il confine orientale della famosa SKELETON COAST, chiamata cosi’
perche’ sulle sue rive desertiche si trovano diversi relitti di
imbarcazioni affondate nel corso dei secoli nelle turbolente acque
dell’ Oceano Atlantico che la bagna. Si tratta di un vasto Parco
naturale, per un grande tratto assolutamente non visitabile se non
mediante permessi governativi, difficili peraltro da ottenere. Vi
si ha accesso solo a partire dalla meta’ del Parco in giu’, e comunque
chi ha seguito la sua pista parallelamente al mare non ne e’ rimasto
particolarmente colpito. Noi non ci siamo entrati, percio’ non possiamo
darvi la nostra versione!!
Scendiamo sempre piu’ a sud, fino al paesino di Purros (18°46’46”S
12°57’15”E), dove troviamo il campeggio. Per raggiungerlo, superiamo
alcune basse dune di morbida sabbia candida, da cui si innalzano
alcuni alberoni vivi ed altri secchi (causa la siccita’ di 2 anni
fa). Lo scenario e’ fantastico ed il campeggio non e’ da meno! Visitatelo
assolutamente se transitate da qui, e riposatevi un poco sotto gli
immensi ombrelloni naturali degli alberi che ne segnano le “piazzole”!!
Da non perdere e’ anche un breve ma intenso tour in jeep nel fantasico
canyon di... ...continua sul nostro
Libro Namibia
Mercoledi’ 1 Gennaio 2003
Oggi ci svegliamo con piu’ calma, mettendoci in marcia quando sono
da poco passate le 10.00. Continueremo a spostarci verso sud, raggiungendo
dapprima Sessfontein, quindi Palmwag Lodge; a questo punto ci dirigeremo
verso un posto nuovo, denominato TWYFELFONTEIN, altra meta piuttosto
battuta dal turismo.
Arriviamo infatti verso sera, al Twyfelfontein Country Lodge (20°32’05”S
14°22’11”E), l’ unico lodge dove abbiamo dormito durante le due
settimane di permanenza in Namibia. La scelta e’ stata ottima, in
quanto la costruzione e’ bellissima, l’ ingresso e’ costituito da
due grandi pietroni color rosso, sotto cui passa un piccolo corridoio
e sulle pareti dei quali ci sono alcuni petroglifi originali. Da
lontano, la mimetizzazione e’ stupefacente: da vedere assolutamente!
Per cena organizzano uno splendido buffet, servito al ristorante
situato su una terrazza panoramica e molto romantica!
Giovedi’
2 Gennaio
Questa mattina abbiamo visitato la zona dei petroglifi vicino al
lodge, che abbiamo salutato immortalando con la macchina fotografica
due splendidi esemplari di lucertoloni coloratissimi e vivaci sulle
sue belle rocce rosse.
Riprendiamo la strada, che oggi ci portera’ molto vicino all’ Oceano..
al quale pero’ ancora non arriveremo. Tocchiamo il paese di UIS
(21°13’15”S 14°52’10”E) per continuare in direzione sud-est verso
CAPE CROSS. Prima di giungere ad un importante incrocio( nei pressi
di Brandberg), ai lati della pista abbiamo notato delle strane creature
vegetali, che ricordavamo di aver visto sulla guida Lonely Planet.
Si tratta della WELWITTSCHIA MIRABILIS, una pianta considerata alla
stregua di un fossile, in quanto gli esponenti piu anziani
hanno la bellezza di 2000 anni! Praticamente, sono nati insieme
a Gesu e sono tuttora ben vivi!! A dire il vero, non sono
piante dalla spiccata bellezza, con le loro foglie accartocciate
su se stesse e tutte sbruciacchiate dal sole... ma incontrarle e
stato molto emozionante!
Prendiamo poi un bivio verso est che ci conduce nel cuore delle
montagne dell’ UGAB RIVER. In mezzo a queste spettacolari formazioni
rocciose, e’ celato un imperdibile CAMP SITE, gestito dalla stessa
associazione per la salvaguardia del rinoceronte che abbiamo trovato
a Palmwag Lodge!
Una piccola valle sabbiosa con
grossi e distanziati alberoni a formarne delle piazzole, questo
campeggio e’ curato da una donna tedesca, che insieme alla sua biondissima
bimba, al suo pastore tedesco ed al suo gatto Massimo (!!) abita
una bella casona in pietra, subito all’ ingresso. Dentro, potrete
trovare una piccola ma curiosa esposizione di animaletti in legno,
costruiti dagli indigeni che vivono nel villaggio alle porte del
campeggio: costano pochissimo e sono stupendi!
Attraverso il campeggio, che non e’ in alcun modo recintato per
non ostacolare il passaggio degli animali, specie durante la notte,
possono transitare gli elefanti, abitanti selvaggi di queste zone
assieme ai rinoceronti neri. Assolutamente da non perdere, spingetevi
sulla pista oltre... ...continua sul nostro
Libro Namibia
Venerdi’ 3 Gennaio
Salutiamo il campeggio e riprendiamo la strada per l’ oceano. Fa
molto caldo e solo quando arriviamo in vista del mare si inizia
a respirare... ma solo per rimpiangere l’ aria soffocante ma almeno
profumata di prima!! Infatti , lungo la costa aleggia un terribile
odore di pesce andato a male. Avvicinandoci a piedi alla onde (la
lunga spiaggiona che segna tutto il confine occidentale della Namibia,
non e’ assolutamente bella, di un brutto colore grigio e, appunto,
puzzolente!), scopriamo la causa del forte odore: sono i tanti corpicini
senza vita di altrettante otarie, morte a causa dei pescatori o
per motivi naturali.
Una cinquantina di Km piu’ a sud rispetto a dove ci troviamo ora,
infatti, si trova la nota meta di CAPE CROSS, sede della colonia
di otarie piu’ numerosa di tutta l’ Africa. Sono molti i turisti
che si spingono fin qui per visitarla; noi siamo arrivati al cancello
troppo presto e, dato che la nostra meta di oggi e’ piuttosto lontana,
decidiamo di proseguire,cercando di immaginare la colonia dalle
descrizioni di altri turisti.
Attraversiamo qualche piccolo, colorato ma tutto sommato insignificante
paesino di mare (tipo HENTIES BAY), ancora respirando cattivi odori!
Quindi entriamo finalmente nel grande Parco del NAMIB, che da’ proprio
il nome alla Namibia! Occupato da uno dei deserti piu’ antichi ed
aridi del pianeta, inizialmente si presenta come un’ ampia distesa
candida punteggiata di radi cespuglietti ed abitata solo (per quello
che possiamo osservare noi!) da numerosi e timidi struzzi.
Dopo 100 Km circa,si giunge sul finire del parco ad un passo montano,
finalmente immerso in uno scenario nuovo e lunare. Qui, i colori
dominanti sono il marron ed il giallo. E’ caldo da mozzare il fiato:
a stare fermi si suda copiosamente e la pista e’ molto polverosa.
Per tali motivi, ci convinciamo a chiudere i finestrini e ad accendere
l’ aria condizionata (fino ad ora tenuta spenta, anche per non incidere
sui consumi di carburante, troppo prezioso!!): non la spegneremo
fino a sera!
Nel primo pomeriggio, giungiamo alle porte di SOLITAIRE, che consiste
in un benzinaio con annesso bar ed in due casine bianche. Ogni viaggiatore
diretto all’ oasi di SOSSUSVLEI si ferma obbligatoriamente qui,
dopo tanti km di nulla, se non altro per bere qualcosa di fresco
e per riempire il serbatoio dell’ auto. Affisso al muro dietro alle
pompe, si trova una piccola lavagna dove qualcuno ogni giorno scrive
le notizie piu’ importanti dal resto del mondo! Sara’ fatta per
noi italiani, che neppure in vacanza riusciamo a staccare completamente
il cervello...ma noi due rimaniamo un po’ scossi nel renderci improvvisamente
conto che il resto del mondo esiste ancora! Siamo infatti ancora
completamente assorbiti dall’ Africa, dalle sue cose semplici eppure
fondamentali, esistenziali...che fatichiamo molto ad immaginarci
di nuovo in Italia!
Raccimoliamo le ultime forze per spingerci fino a SESRIEM, dove
ci aspetta un campeggio con piscina, alle porte del deserto, punto
ideale per iniziare la perlustrazione delle famose dune del Namib.
Sono le 18 ed il caldo non da’ tregua: cercando riparo all’ ombra
dal vento bollente, ci divertiamo ad osservare i volti dei diversi
turisti che vagano qua e la’, tutti allucinati!!!
Vi consigliamo di prenotare un... ...continua
sul nostro Libro Namibia
Sabato
4 gennaio
Alle 4 e 30, il campo e’ gia’ tutto in fermento! I turisti si riversano
a decine sulla strada (orrendamente ed insensatamente asfaltata)
che, in una sessantina di km, conduce alle fotografatissime dune
di Sossusvlei. Noi facciamo un poco tardi e l’ alba ci coglie mentre
percorriamo il nastro scuro fra le rosse dune circostanti. Fra queste,
spicca la DUNA 45 (detta cosi’ perche’ si trova a 45 km dall’ ingresso
del parco), su cui si notano tanti puntini scuri: sono tante persone
che l’ hanno scalata per godere dell’ alba sulle altre dune! Noi
ce la lasciamo alle spalle, per il momento: torneremo a vederla
quando sara’ vuota, sola e silente come si addice ad una vera duna
del deserto!!
La sabbia di questo deserto e’ originaria del KALAHARI, un altro
grande deserto nella confinante Botswana; il fiume Orange l’ ha
lentamente trasportata fino al mare e da qui la fredda corrente
del Benguela l’ ha depositata sulle coste namibiane. Oggi, le dune
coprono un’ area di ben 150 km per 200, ed hanno un colore chiaro,
pallido vicino alla costa mentre, mano a mano che si spingono verso
l’ interno e sono percio’ piu’ vecchie, assumono una colorazione
okra, tipica del Namib.
Ormai l’ alba alle nostre spalle ha rischiarato il cielo e la fugace
visione di un istrice “pallonzolante” da’ il buon giorno a questa
bella valle. La strada corre dritta verso Sossusvlei, una “pozza”
ora in secca ma che si riempie d’ acqua durante la stagione delle
pioggie, per la gioia di decine di animali, specie per quelli che
amano la sabbia, come lo struzzo e lo springbok.
A destra e a sinistra,
enormi lingue sabbiose si avvicinano alla strada, restando comunque
sempre distanti da essa almeno 100 metri. Sembrano l ‘ immagine
ferma di onde che lambiscono un’ assolata spiaggia caraibica! Sono
tutte barcane, ovvero dune che assumono la forma di mezzaluna con
la punta rivolta nella direzione del vento e le loro creste perfette
si disegnano nitidamente sul cielo ormai blu’.
Superiamo il parcheggio per le auto 2x4 e ci lanciamo sulla pista
sabbiosa (ricordate di abbassare la pressione delle gomme!) per
raggiungere il parcheggio 4x4. Alcuni alberoni spinosi fanno ombra
alle auto parcheggiate (fuorche’ alla nostra!) ma per il resto c’
e’ solo qualche cespuglio giallo e secco. Da qui parte un sentiero
a piedi che conduce nella DEAD VLEI, o VALLE DELLA MORTE.
Sono le 7, l’ orario ideale per camminare qui in questa stagione,
cosi’ partiamo seguendo alcuni paletti di... ...continua
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Domenica
5 gennaio
E’ purtroppo giunto l’ ultimo giorno, e trascorriamo l’ intera mattina
ad avvicinarci alla capitale. Alle 3 siamo a Windhoek, dopo aver
superato l’ incrocio con la strada che, 14 giorni fa, ci ha condotto
in una splendida avventura: quante emozioni, quanti ricordi! Oggi
abbiamo parlato a lungo di cosa ha significato per noi la Namibia.
Molto piu’ di un viaggio, ci ha fatto sentire non turisti ma esploratori,
specialmente nelle selvagge terre del Kaokovelt. E’ questa, infatti,
la Namibia che ricordiamo di piu’, la Namibia con la N maiuscola,
quella priva di attrattive turistiche e proprio per questo ancora
integra e vera. La Namibia degli Himba, perche’ questa e’ la loro
terra ed e’ meraviglioso vederli qui, a casa loro.
Un viaggio che ha richiesto mesi di preparazione e tanto tempo per
imparare ad usare il GPS. Un viaggio un po’ rischioso, come tutte
le avventure, quando avevamo paura di rimanere a piedi su quelle
belle ma solitarie piste, quando ci spaventava l’ idea che potesse
nascondersi sotto ogni sasso un mortale scorpione o che ci venisse
meno la salute proprio quando eravamo su quei monti dimenticati
dal mondo cosiddetto civile.
Un viaggio che ha saputo tirar fuori da noi una parte che non conoscevamo
e che ci e’ piaciuta molto. Insomma, un viaggio difficile da ripetere,
ma proprio per questo bello ed unico!
A Windhoek abbiamo svolto le pratiche per la restituzione dell’
auto e poi di corsa all’ aereoporto, dove abbiamo salutato un’ ultima
volta questo bellissimo Paese.
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