C'è un sole splendido
sulla Toscana questa mattina, l'aria è cristallina e la visibilità
perfetta. Lungo la strada asfaltata, alle prime luci dell'alba,
non c'è nessuno in giro, ma mentre io e Taddy ci portiamo verso
Colle qualcosa di elettrico percorre l'etere; fin da quando ho messo
il naso fuori dalla tenda sono infatti eccitatissima e non riesco
a stare ferma mentre faccio benzina e mentre faccio colazione. Si
tratta della prima cavalcata della mia "carriera" di endurista ed
è normale che sia emozionata: non so se arriverò fino alla fine
ma sono ben intenzionata a gustarmi il percorso e la compagnia di
altri motociclisti, quasi 700 direi! Arrivare al parcheggio di Colle
è stato esaltante: mai visti tanti enduristi e tante moto fuoristrada
tutte assieme! Ovunque furgoni e carrelli, colori, odori, gente
che si veste, che controlla la propria moto, parenti e amici che
gridano "...in bocca al lupo!". La confusione non rappresenta affatto
un problema per me: avevo voglia si sentirmi parte di un gruppo
numeroso e finalmente il mio desiderio si sta avverando. Finalmente
non sono qui solo come spettatrice ma come protagonista! Le moto vengono via via sistemate nell'area adibita ad accogliere tutti coloro che partecipano alla cavalcata: parcheggiamo in mezzo ad esse anche l'XR e la Scorpa. Osservando
la mia piccola Scorpa, che quasi scompare fra le sue sorelle maggiori,
le lancio un messaggio silenzioso: "Coraggio piccola, fai vedere
a tutti chi sei… e ricordati che dove non arriva la potenza ce la
può fare la grinta!!". Forse è un messaggio che lancio anche a me
stessa... Girando fra le moto ho conosciuto Sabine, una ragazza tedesca
alla guida di un 400, in Toscana da una settimana con un gruppo
di motociclisti. Alta, bella e dolcissima... "vado piano" mi ha detto...
ma da quando è partita io non l'ho vista più, tanto che quando sono
arrivata al traguardo la immaginavo già in Germania a bere birra
per lavarsi via la polvere dalla gola! Ho incontrato anche Luana,
fiorentina in sella ad una Scorpa T-Ride: con lei mi sono ritrovata
al tavolo della cena una volta raggiunta Follonica! In totale siamo
in sei donne alla partenza, meno dell'un per cento rispetto al totale
dei partecipanti... ma perbacco... siamo arrivate in fondo tutte e
sei! Verso le 8 e 40 abbiamo iniziato ad accendere i motori, impazienti
di partire, e subito l'aria si è fatta irrespirabile. Ma mentre
molti piloti si tirano sul naso la maglia, io resto impassibile
a respirare quel particolare momento che non tornerà più! La partenza
è molto tranquilla: ci fanno salire a due a due su uno scivolo di
ferro disposto a piramide smussata, un secondo di pausa e poi giù…
verso le prime piste! Il percorso è splendido fin da subito: ghiaiate,
boschi, mulattiere, sassi, guadi e vero fiumining con tanto di fotografi
appostati. Asfalto quasi zero. Non ho mai avuto paura lungo i sentieri:
gli altri enduristi si sono sempre comportati con grande civiltà,
superando garbatamente solo nei punti non pericolosi e sufficientemente
larghi. Molti ringraziavano con la mano o con la voce e tanti dicevano
semplicemente "ciao!". Sono stata veramente felice di trovare tanta
educazione fra i miei "colleghi" motociclisti! Durante i primi venti
chilometri sono andata veloce… beh ecco, mi superavano tutti… però
sono stata particolarmente veloce rispetto alla mia media abituale
e questo mi ha fatto sentire una "grande"! Poi, proprio per la velocità,
ho commesso un paio di errori che potevano anche costarmi cari e
così ho optato per rallentare e lasciar passare qualcuno che mi
stava dietro... oh... ma non finivano più di passare... saranno stati
almeno quaranta... praticamente ero un gran tappo per loro ma mai
una volta che uno mi abbia suonato o gridato di farmi da parte...
fantastico! C'è tantissima polvere, essendo il terreno secchissimo,
che forma talvolta dei veri muri che ci costringono a rallentare
per evitare di finire contro ostacoli come tronchi d'albero o dentro
a canale insidiose e buchi a terra. Ma che buon sapore aveva questa
polvere ragazzi... dopo i mille racconti di mio padre e mio fratello finalmente
è giunto il mio momento di assaggiare la polvere... e quanta ne ho
mangiata! Direi che dopo le prime tre ore ci hanno superato
veramente tutti, dopo di che ci siamo ritrovati quasi da soli lungo
i bellissimi sentieri, fatta eccezione per un paio di gruppi che
ci superavano e poi si fermavano per aspettarsi, quindi ripartivano
e ci superavano e poi si rifermavano e così via... I panorami sono
veramente grandiosi, peccato aver avuto così poco tempo per gustarseli.
Una Toscana davvero selvaggia ci ha abbracciato con le sue colline,
i suoi campi fioriti, i suoi boschi ombrosi, i suoi casali da favola.
Di grosse difficoltà non ce ne sono state, fata eccezione per qualche
mula sassosa ripida e qualche discesa davvero ripidissima: il tratto
di fiume è stato divertente e l'acqua negli stivali ha mitigato
il calore della giornata. Su quei sassi bianchi, grossi come palloni
da basket, abbiamo riso come matti sentendo un toscano dire: "...
e meno male s'era detto che l'era fascile..."!! Verso l'una siamo
giunti al punto ristoro, dove un vassoietto ci attendeva: due panini
con delle fette di pane così spesse che nemmeno Omer Simpson avrebbe
potuto mangiare, una fetta di ciambella e una mela. Alcuni piloti
si sono avvicinati alla mia moto ed hanno esclamato: "... ma vedi
un po' codesta motoretta...". Dopo un caffè siamo ripartiti per la
seconda parte della cavalcata che tutti dicevano essere più scorrevole...
beh, chiedetelo al motociclista che abbiamo ora davanti, in sella
ad un bicilindrico, con la ruota anteriore incastrata fra due macigni
e il manubrio intrappolato fra i rami!! Tutto il pomeriggio l'abbiamo
passato in solitudine, godendoci la tranquillità dei boschi, su
e giù per spettacolari taglia-fuoco che interrompevano un mondo
di atavica bellezza. I pini marittimi ci hanno tenuto compagnia
nel tratto finale, una sorta di labirinto su terra rossa spettacolare.
E infine, anche le scope hanno iniziato a superarci, lanciando le
braccia per aria in grandi gesti per indicarci la strada più breve
per arrivare prima al traguardo, a Follonica. Ed eccoci giunti,
alle sette, sotto l'arco gonfiabile della fine della cavalcata:
gli ultimi in assoluto, io stanca ma felicissima di avercela fatta!
Abbiamo cenato con Luana, la sua amica rumena ed un'altra ragazza
che questa volta non ha corso in moto ma che comunque fa fuoristrada
come noi... ed è stata una degna conclusione per questa giornata a
due ruote! Un grazie di cuore agli organizzatori che hanno saputo
studiare un percorso veramente degno del mondo dell'enduro e a tutto
lo staff, posizionato nei punti cruciali per evitare i tappi (non
se ne è verificato nemmeno uno!) e per aiutare chi si trovava in
difficoltà. E grazie anche a tutti coloro che sono stati tutto il
santo giorno fermi sull'asfalto per controllare che le moto non
si frantumassero contro le vetture circolanti! E' stata un'esperienza
unica e grandiosa, che mi sento di consigliare ad ogni endurista.
Organizzata in modo impeccabile, la sicurezza sempre in primo piano.
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